Questo breve saggio ha lo scopo di illustrare alcuni aspetti della stereotomia, tuttora vivi e degni di attenzione per l’architetto contemporaneo, prendendo come riferimento un manufatto assai notevole – la trompe d’Anet, di Philibert Delorme – e soprattutto le costruzioni geometriche di quella trompe proposte da molti altri trattatisti. In questa materia, uno dei punti di maggior interesse consiste nell’indagare i sistemi generali ed i procedimenti specifici adottati da ciascun autore per definire, esaminare, verificare, costruire oggetti tridimensionali servendosi di grafici bidimensionali. In tal senso, si scoprono affinità più penetranti ed estese tra l’attuale modellazione realizzata mediante software CAD e la stereotomia, piuttosto che tra quest’ultima e la stessa geometria descrittiva. Infatti, lo scopo e l’uso della modellazione solida non è tanto e solo la descrizione dell’oggetto – rappresentandolo in alcune viste congelate, le quali, per identificare univocamente un punto, un segmento, una superficie, richiedono l’una l’esistenza dell’altra – ma piuttosto la determinazione stessa dell’oggetto, costruendone un modello numerico strutturato e topologicamente connesso che potrà essere modificato, esplorato, sezionato, pesato, edificato. Se la geometria descrittiva presuppone l’esistenza di un modello, sia pure mentale, da rappresentare in varie proiezioni, la modellazione solida lo crea. In altro contesto e per mezzo di tecniche diverse, la stereotomia si assume ed assolve tuttavia lo stesso compito. Un trait géométrique, ancor prima di presentarsi come grafico è un vero e proprio algoritmo, nel quale le variabili di ingresso sono date da una sezione orizzontale ed una verticale del manufatto e l’univoco prodotto è il modello tridimensionale stesso.

Sulla stereotomia, il CAD e le varie trompe d’Anet

TREVISAN, CAMILLO
2000-01-01

Abstract

Questo breve saggio ha lo scopo di illustrare alcuni aspetti della stereotomia, tuttora vivi e degni di attenzione per l’architetto contemporaneo, prendendo come riferimento un manufatto assai notevole – la trompe d’Anet, di Philibert Delorme – e soprattutto le costruzioni geometriche di quella trompe proposte da molti altri trattatisti. In questa materia, uno dei punti di maggior interesse consiste nell’indagare i sistemi generali ed i procedimenti specifici adottati da ciascun autore per definire, esaminare, verificare, costruire oggetti tridimensionali servendosi di grafici bidimensionali. In tal senso, si scoprono affinità più penetranti ed estese tra l’attuale modellazione realizzata mediante software CAD e la stereotomia, piuttosto che tra quest’ultima e la stessa geometria descrittiva. Infatti, lo scopo e l’uso della modellazione solida non è tanto e solo la descrizione dell’oggetto – rappresentandolo in alcune viste congelate, le quali, per identificare univocamente un punto, un segmento, una superficie, richiedono l’una l’esistenza dell’altra – ma piuttosto la determinazione stessa dell’oggetto, costruendone un modello numerico strutturato e topologicamente connesso che potrà essere modificato, esplorato, sezionato, pesato, edificato. Se la geometria descrittiva presuppone l’esistenza di un modello, sia pure mentale, da rappresentare in varie proiezioni, la modellazione solida lo crea. In altro contesto e per mezzo di tecniche diverse, la stereotomia si assume ed assolve tuttavia lo stesso compito. Un trait géométrique, ancor prima di presentarsi come grafico è un vero e proprio algoritmo, nel quale le variabili di ingresso sono date da una sezione orizzontale ed una verticale del manufatto e l’univoco prodotto è il modello tridimensionale stesso.
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