Il restauro non sempre corrisponde a progettare e costruire entro o sui manufatti esistenti; piuttosto, molto frequentemente, gli architetti mettono alla prova la propria abilità su “pre-testi” che, in molti casi danno luogo a prudenti adattamenti. Inoltre, essi producono “antico e nuovo” ossimoro per eccellenza. Come una figura retorica portata alle sue estreme conseguenze da un grande autore del ventesimo secolo “[…] il narratore, omettendo o deformando alcuni fatti, sarebbe incorso in varie contraddizioni, che avrebbero permesso ad alcuni lettori - a pochissimi lettori - di indovinare una realtà atroce o banale” (Borges, 1995). “atroce o banale”; dove è un superamento senza precedenti dell’ossimoro. Carlo Scarpa posizionando la sua statua equestre nello spazio fra le antiche mura della città e le nuove stanze del museo di Castelvecchio, inserisce un eccellente ossimoro nell’architettura, dove il cavaliere alato agisce come “e”, congiunzione. Esso è simile all’Angelus Novus di Benjamin, che vola ad ali spiegate verso il futuro lasciando dietro di sé le rovine del passato, ma con la faccia rivolta all’indietro. Scarpa, forse, non avrebbe potuto (o saputo) ribaltare lo sguardo di Cangrande.

Lo sguardo di Cangrande. Antico/nuovo: intrecci, contaminatio, correspondances

PIRAZZOLI, NULLO
2009-01-01

Abstract

Il restauro non sempre corrisponde a progettare e costruire entro o sui manufatti esistenti; piuttosto, molto frequentemente, gli architetti mettono alla prova la propria abilità su “pre-testi” che, in molti casi danno luogo a prudenti adattamenti. Inoltre, essi producono “antico e nuovo” ossimoro per eccellenza. Come una figura retorica portata alle sue estreme conseguenze da un grande autore del ventesimo secolo “[…] il narratore, omettendo o deformando alcuni fatti, sarebbe incorso in varie contraddizioni, che avrebbero permesso ad alcuni lettori - a pochissimi lettori - di indovinare una realtà atroce o banale” (Borges, 1995). “atroce o banale”; dove è un superamento senza precedenti dell’ossimoro. Carlo Scarpa posizionando la sua statua equestre nello spazio fra le antiche mura della città e le nuove stanze del museo di Castelvecchio, inserisce un eccellente ossimoro nell’architettura, dove il cavaliere alato agisce come “e”, congiunzione. Esso è simile all’Angelus Novus di Benjamin, che vola ad ali spiegate verso il futuro lasciando dietro di sé le rovine del passato, ma con la faccia rivolta all’indietro. Scarpa, forse, non avrebbe potuto (o saputo) ribaltare lo sguardo di Cangrande.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/14653
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact