Piemontese di nascita, veneziano di adozione, Giovanni Bordiga (1854-1933) è stato un personaggio-chiave in una fase di trasformazione e di rilancio della città lagunare: fu agli inizi appassionato militante repubblicano, assessore comunale nella giunta di Riccardo Selvatico, la prima di segno dichiaratamente democratico. In quell’ambito, nel primo quinquennio degli anni novanta dell’Ottocento, Bordiga figurò dapprima come responsabile dell’istruzione, poi dei lavori pubblici. Agì da ispiritore ed infine da presidente della Biennale (il suo impegno si rivelò decisivo per la sua prosecuzione dopo il 1918). Anche in questo caso, il suo contributo si divide in due parti, cronologicamente distinte: una prima negli anni novanta dell’Ottocento, una seconda dopo la grande guerra. Lo stesso gap cronologico si registra nel caso della Regia scuola superiore in Architettura, dove Bordiga risultò essere al tempo stesso uno degli ideatori, poi fondatore e responsabile all’atto di nascita di quello che si chiamerà IUAV, nel 1925; fondamentale, per l’avvio e per la messa a fuoco della sua fisionomia didattica, fu la visione di un “artista-scienziato” che egli coltivò sul più lungo periodo. a partire dagli anni novanta dell’Ottocento Che Bordiga sia stato decisivo per la nascita dello IUAV è un dato acclarato da tempo ma testimoniato soltanto dal busto che campeggia all’ingresso del Rettorato. Dagli archivi dell’Accademia e dell’Università di Padova è però recentemente emersa la precocità di questo suo progetto per una scuola di architettura che inizialmente avrebbe dovuto realizzarsi in partnership con l’ateneo patavino. La proposta fu anche approvata dal Ministero negli anni novanta dell’Ottocento, ma non decollò per mancanza di fondi. Bordiga ha ricoperto un numero impressionante di ruoli ufficiali e di mansioni effettive, anche se non pienamente riconosciute: tra primi, dobbiamo menzionare il suo impegno di assessore della giunta Selvatico, la sua attività di segretario (poi di presidente) dell’Ateneo veneto e dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, il suo ruolo di segretario/presidente della Biennale. Tra le seconde, vi è innanzitutto ad segnalare i suoi sforzi per progettare e poi per attivare la Regia scuola superiore di Architettura. A tutto questo suo attivismo istituzionale si aggiungano altri aspetti meno noti della sua complessa biografia: le ricerche sulla storia della scienza incentrate sulla figura di Benedetti, e soprattutto gli studi di geometria analitica e proiettiva di cui fu docente prima nelle scuole superiori poi nell’università. Devono poi essere citate le sue consulenze in materia di statica degli edifici storici ed in particolare dei campanili veneziani, all’indomani del clamoroso crollo della torre marciana. Eppure, nonostante il peso che Bordiga ha avuto nella Venezia di fine ed inizio secolo, quasi nulla è stato detto e scritto sulla sua figura. Tutti gli aspetti della sua multiforme opera devono essere ricordati e analizzati in una prospettiva che possa mettere insieme i tanti tasselli della sua opera di amministratore e di studioso.

“Venezia è una città mondiale”. Giovanni Bordiga nel clima di rilancio economico e culturale della città,

ZUCCONI, GUIDO VITTORIO
2014-01-01

Abstract

Piemontese di nascita, veneziano di adozione, Giovanni Bordiga (1854-1933) è stato un personaggio-chiave in una fase di trasformazione e di rilancio della città lagunare: fu agli inizi appassionato militante repubblicano, assessore comunale nella giunta di Riccardo Selvatico, la prima di segno dichiaratamente democratico. In quell’ambito, nel primo quinquennio degli anni novanta dell’Ottocento, Bordiga figurò dapprima come responsabile dell’istruzione, poi dei lavori pubblici. Agì da ispiritore ed infine da presidente della Biennale (il suo impegno si rivelò decisivo per la sua prosecuzione dopo il 1918). Anche in questo caso, il suo contributo si divide in due parti, cronologicamente distinte: una prima negli anni novanta dell’Ottocento, una seconda dopo la grande guerra. Lo stesso gap cronologico si registra nel caso della Regia scuola superiore in Architettura, dove Bordiga risultò essere al tempo stesso uno degli ideatori, poi fondatore e responsabile all’atto di nascita di quello che si chiamerà IUAV, nel 1925; fondamentale, per l’avvio e per la messa a fuoco della sua fisionomia didattica, fu la visione di un “artista-scienziato” che egli coltivò sul più lungo periodo. a partire dagli anni novanta dell’Ottocento Che Bordiga sia stato decisivo per la nascita dello IUAV è un dato acclarato da tempo ma testimoniato soltanto dal busto che campeggia all’ingresso del Rettorato. Dagli archivi dell’Accademia e dell’Università di Padova è però recentemente emersa la precocità di questo suo progetto per una scuola di architettura che inizialmente avrebbe dovuto realizzarsi in partnership con l’ateneo patavino. La proposta fu anche approvata dal Ministero negli anni novanta dell’Ottocento, ma non decollò per mancanza di fondi. Bordiga ha ricoperto un numero impressionante di ruoli ufficiali e di mansioni effettive, anche se non pienamente riconosciute: tra primi, dobbiamo menzionare il suo impegno di assessore della giunta Selvatico, la sua attività di segretario (poi di presidente) dell’Ateneo veneto e dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, il suo ruolo di segretario/presidente della Biennale. Tra le seconde, vi è innanzitutto ad segnalare i suoi sforzi per progettare e poi per attivare la Regia scuola superiore di Architettura. A tutto questo suo attivismo istituzionale si aggiungano altri aspetti meno noti della sua complessa biografia: le ricerche sulla storia della scienza incentrate sulla figura di Benedetti, e soprattutto gli studi di geometria analitica e proiettiva di cui fu docente prima nelle scuole superiori poi nell’università. Devono poi essere citate le sue consulenze in materia di statica degli edifici storici ed in particolare dei campanili veneziani, all’indomani del clamoroso crollo della torre marciana. Eppure, nonostante il peso che Bordiga ha avuto nella Venezia di fine ed inizio secolo, quasi nulla è stato detto e scritto sulla sua figura. Tutti gli aspetti della sua multiforme opera devono essere ricordati e analizzati in una prospettiva che possa mettere insieme i tanti tasselli della sua opera di amministratore e di studioso.
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