Di fronte alla recrudescenza di problemi ambientali ed energetici i territori della dispersione insediativa sono più che mai sotto accusa, in quanto dipendenti dalla mobilità privata e forti consumatori di suolo. Tuttavia alcune altre questioni emergenti all’interno della crisi globale che stiamo attraversando – il cambiamento climatico, una crescente disuguaglianza sociale, l’insicurezza alimentare – chiedono di andare oltre il giudizio radicalmente negativo su questo modello insediativo per concentrarsi sulle prospettive per il suo governo. È possibile che l’intreccio tra spazio dell’agricoltura e spazio urbanizzato, generalmente interpretato come fonte di disturbo reciproco, possa essere invece un potenziale fattore positivo proprio grazie alla multifunzionalità che viene ormai concordemente riconosciuta all’agricoltura? Cominciare a riflettere su questa possibilità è l’obiettivo del progetto di ricerca presentato in queste pagine. Si è assunto come caso di studio il territorio della cosiddetta “città diffusa” veneta, che per le sue caratteristiche è sembrato appropriato per osservare sul campo e descrivere criticamente trend, rischi ed opportunità della convivenza tra “città” e “campagna” e per cominciare ad esplorare le possibilità di un progetto di territorio che valorizzi la condizione di intreccio tra spazio agrario e spazio urbanizzato tipica della dispersione insediativa.

Governare i territori della dispersione. Il ruolo dello spazio agrario

FERRARIO, VIVIANA
2011-01-01

Abstract

Di fronte alla recrudescenza di problemi ambientali ed energetici i territori della dispersione insediativa sono più che mai sotto accusa, in quanto dipendenti dalla mobilità privata e forti consumatori di suolo. Tuttavia alcune altre questioni emergenti all’interno della crisi globale che stiamo attraversando – il cambiamento climatico, una crescente disuguaglianza sociale, l’insicurezza alimentare – chiedono di andare oltre il giudizio radicalmente negativo su questo modello insediativo per concentrarsi sulle prospettive per il suo governo. È possibile che l’intreccio tra spazio dell’agricoltura e spazio urbanizzato, generalmente interpretato come fonte di disturbo reciproco, possa essere invece un potenziale fattore positivo proprio grazie alla multifunzionalità che viene ormai concordemente riconosciuta all’agricoltura? Cominciare a riflettere su questa possibilità è l’obiettivo del progetto di ricerca presentato in queste pagine. Si è assunto come caso di studio il territorio della cosiddetta “città diffusa” veneta, che per le sue caratteristiche è sembrato appropriato per osservare sul campo e descrivere criticamente trend, rischi ed opportunità della convivenza tra “città” e “campagna” e per cominciare ad esplorare le possibilità di un progetto di territorio che valorizzi la condizione di intreccio tra spazio agrario e spazio urbanizzato tipica della dispersione insediativa.
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