Se proviamo a mappare la storia del cinema dalle sue origini alla prima metà degli anni Trenta, le tracce del sublime si manifestano via via che forme e generi cinematografici trovano definizione. Si orientano in quell’ambiente o spazio oggettuale, tracciato da Noel Burch come “modo di rappresentazione istituzionale”, MRI1, la cui agency è cruciale nel disegno dell’esperienza filmica, sia sul piano della produzione così come sul terreno della ricezione. Le pratiche cinematografiche delineano un territorio culturale e cognitivo originale, un sistema di segni in grado di tracciare, in nome del movimento, un effetto di realtà precipuo, la creazione di un mondo nuovo.. Il dispositivo del sublime, la sua potenza, la sua pratica, cosciente, o effettuale, consente di restituire, in forma di stupore complesso e tuttavia popolare, l’alterità primitiva. E da questa viene, per così dire, certificato: il dispositivo si organizza nella scorciatoia dell’esotico, al cospetto del primitivo, sulle tracce dell’autentico.

Sulle tracce del sublime, nello specchio del primitivo. Note su film, spazi, alterità 1900- 1930

MARABELLO, CARMELO
Writing – Original Draft Preparation
2013-01-01

Abstract

Se proviamo a mappare la storia del cinema dalle sue origini alla prima metà degli anni Trenta, le tracce del sublime si manifestano via via che forme e generi cinematografici trovano definizione. Si orientano in quell’ambiente o spazio oggettuale, tracciato da Noel Burch come “modo di rappresentazione istituzionale”, MRI1, la cui agency è cruciale nel disegno dell’esperienza filmica, sia sul piano della produzione così come sul terreno della ricezione. Le pratiche cinematografiche delineano un territorio culturale e cognitivo originale, un sistema di segni in grado di tracciare, in nome del movimento, un effetto di realtà precipuo, la creazione di un mondo nuovo.. Il dispositivo del sublime, la sua potenza, la sua pratica, cosciente, o effettuale, consente di restituire, in forma di stupore complesso e tuttavia popolare, l’alterità primitiva. E da questa viene, per così dire, certificato: il dispositivo si organizza nella scorciatoia dell’esotico, al cospetto del primitivo, sulle tracce dell’autentico.
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