Destinato a crescere sia dal punto di vista del numero di navi che relativamente alle dimensioni delle stesse, il settore delle crociere si conferma un fenomeno turistico in grado di generare, anche in tempo di crisi, un flusso economico di cui beneficiano non solo il porto e gli operatori ma, indirettamente, anche il territorio. Negli ultimi anni il forte incremento registrato sia per gli home port (9,6%) che per i transit port (14%) ha indotto le compagnie ad intraprendere una corsa al “gigantismo” con la costruzione di navi capaci di ospitare fino a 4.000 passeggeri e dotate delle più diversificate offerte di servizi. Tra le destinazioni preferite il Mediterraneo e le Isole Atlantiche (che raccolgono il 57% dei crocieristi per un totale di 2,8 milioni di persone). Seguono i Caraibi e altre destinazioni extraeuropee (con 1,23 milioni di crocieristi) e infine il Nord Europa (con 884 mila crocieristi). Sono i paesi che si affacciano sul Mediterraneo a consolidarsi in questo settore come destinazione privilegiata sia per la ricchezza di risorse culturali e naturalistiche, che per le favorevoli condizioni meteorologiche del territorio, ma a dover scegliere allo stesso tempo se adeguarsi ai cambiamenti di scenario legati al trasporto marittimo che necessariamente producono un significativo impatto ambientale e sociale sui luoghi di destinazione a fronte di una capacità competitiva che si traduce in notevoli opportunità economiche. Quello delle crociere si attesta inoltre come un settore capace di attivare processi di rigenerazione urbana, agendo da un lato sulla creazione di strutture e servizi dedicati principalmente ai turisti (ma fruibili anche da altri tipi di utenza) e dall’altro sulla risistemazione urbanistica di alcune aree industriali e portuali inutilizzate e scarsamente permeabili, in stato di degrado o difficilmente accessibili, con ricadute positive per il sistema territoriale.

Le crociere in città. Rigenerazione urbana, turismo e competitività territoriale. Venezia, Dublino, Marsiglia, Malaga, La Coruna, Santander

GIOVINAZZI, ORIANA
2013-01-01

Abstract

Destinato a crescere sia dal punto di vista del numero di navi che relativamente alle dimensioni delle stesse, il settore delle crociere si conferma un fenomeno turistico in grado di generare, anche in tempo di crisi, un flusso economico di cui beneficiano non solo il porto e gli operatori ma, indirettamente, anche il territorio. Negli ultimi anni il forte incremento registrato sia per gli home port (9,6%) che per i transit port (14%) ha indotto le compagnie ad intraprendere una corsa al “gigantismo” con la costruzione di navi capaci di ospitare fino a 4.000 passeggeri e dotate delle più diversificate offerte di servizi. Tra le destinazioni preferite il Mediterraneo e le Isole Atlantiche (che raccolgono il 57% dei crocieristi per un totale di 2,8 milioni di persone). Seguono i Caraibi e altre destinazioni extraeuropee (con 1,23 milioni di crocieristi) e infine il Nord Europa (con 884 mila crocieristi). Sono i paesi che si affacciano sul Mediterraneo a consolidarsi in questo settore come destinazione privilegiata sia per la ricchezza di risorse culturali e naturalistiche, che per le favorevoli condizioni meteorologiche del territorio, ma a dover scegliere allo stesso tempo se adeguarsi ai cambiamenti di scenario legati al trasporto marittimo che necessariamente producono un significativo impatto ambientale e sociale sui luoghi di destinazione a fronte di una capacità competitiva che si traduce in notevoli opportunità economiche. Quello delle crociere si attesta inoltre come un settore capace di attivare processi di rigenerazione urbana, agendo da un lato sulla creazione di strutture e servizi dedicati principalmente ai turisti (ma fruibili anche da altri tipi di utenza) e dall’altro sulla risistemazione urbanistica di alcune aree industriali e portuali inutilizzate e scarsamente permeabili, in stato di degrado o difficilmente accessibili, con ricadute positive per il sistema territoriale.
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