Le analisi svolte nel convegno “La città del ventunesimo secolo” (Urbanpromo, Venezia 23/11/2007) evidenziano una situazione di grave squilibrio, con una spesa privata per i trasporti che assorbe una quota elevatissima del reddito nazionale. Tuttavia, dato che non si può tornare indietro e modificare le scelte del passato, si deve invertire la tendenza tenendo conto dello stato di fatto.L’ipotesi su cui lavorare è quella di ritenere finita l’era dello sviluppo dell’auto privata in particolare in città. Nel quadro di riferimento delineato, sembra determinante che gli indirizzi per i paesi emergenti della UE ma anche del resto del mondo siano quelli di non ripercorrere la stessa strada. Ma ciò è “credibile” solo se “noi per primi” avviamo radicali e visibili interventi virtuosi volti a garantire la mobilità per tutti in forme diverse. La memoria indica che per trovare nuove soluzioni con nuove tecnologie è necessario superare una politica dei trasporti per progetti, senza una visione complessiva delle relazioni domanda-offerta-assetto territoriale. La questione del governo del territorio significa il controllo dell’urbanizzazione e dei costi delle abitazioni, incentivando solo le residenze poste in aree già servite dalla ferrovia e dai sistemi di trasporto intermodali (ovvero inserendo nei costi di urbanizzazione anche la realizzazione dei relativi servizi di trasporto) ed il controllo delle aree industriali non delegato ai Comuni, ma realizzato con progetti regionali delle localizzazioni. Ne consegue la necessità di investire nell’intermodalità.

Intermodal Hubs and The Future of Transport

CAPPELLI, AGOSTINO
2008-01-01

Abstract

Le analisi svolte nel convegno “La città del ventunesimo secolo” (Urbanpromo, Venezia 23/11/2007) evidenziano una situazione di grave squilibrio, con una spesa privata per i trasporti che assorbe una quota elevatissima del reddito nazionale. Tuttavia, dato che non si può tornare indietro e modificare le scelte del passato, si deve invertire la tendenza tenendo conto dello stato di fatto.L’ipotesi su cui lavorare è quella di ritenere finita l’era dello sviluppo dell’auto privata in particolare in città. Nel quadro di riferimento delineato, sembra determinante che gli indirizzi per i paesi emergenti della UE ma anche del resto del mondo siano quelli di non ripercorrere la stessa strada. Ma ciò è “credibile” solo se “noi per primi” avviamo radicali e visibili interventi virtuosi volti a garantire la mobilità per tutti in forme diverse. La memoria indica che per trovare nuove soluzioni con nuove tecnologie è necessario superare una politica dei trasporti per progetti, senza una visione complessiva delle relazioni domanda-offerta-assetto territoriale. La questione del governo del territorio significa il controllo dell’urbanizzazione e dei costi delle abitazioni, incentivando solo le residenze poste in aree già servite dalla ferrovia e dai sistemi di trasporto intermodali (ovvero inserendo nei costi di urbanizzazione anche la realizzazione dei relativi servizi di trasporto) ed il controllo delle aree industriali non delegato ai Comuni, ma realizzato con progetti regionali delle localizzazioni. Ne consegue la necessità di investire nell’intermodalità.
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