Il volume indaga la relazione fra il tempio dei Dioscuri – l’edificio antico (I-II sec. d.C.) più importante di Napoli, ammirato e studiato dagli umanisti locali e da antiquari forestieri anche dopo il suo parziale crollo nel 1688 – e la chiesa di San Paolo Maggiore, sorta sulle rovine del tempio in epoca medievale e ricostruita dai chierici regolari teatini a partire dal secondo Cinquecento. La nuova chiesa fa propria l’aura storica del tempio esibendone in facciata il pronao marmoreo: si instaura così una stretta corrispondenza tra architettura e storia, nel quadro del problematico rapporto del cristianesimo con l’antichità, di cui i teatini si fanno consapevoli interpreti. La testimonianza degli studiosi dell’antico fra Quattro e Settecento e le cospicue fonti d’archivio che documentano i cantieri di ricostruzione della chiesa consentono di restituire le vicende esemplari di questo eccezionale monumento tra umanesimo e liturgia.
Architettura e antichità a Napoli dal XV al XVIII secolo. Le colonne del tempio dei Dioscuri e la chiesa di San Paolo Maggiore
LENZO, FULVIO
2011-01-01
Abstract
Il volume indaga la relazione fra il tempio dei Dioscuri – l’edificio antico (I-II sec. d.C.) più importante di Napoli, ammirato e studiato dagli umanisti locali e da antiquari forestieri anche dopo il suo parziale crollo nel 1688 – e la chiesa di San Paolo Maggiore, sorta sulle rovine del tempio in epoca medievale e ricostruita dai chierici regolari teatini a partire dal secondo Cinquecento. La nuova chiesa fa propria l’aura storica del tempio esibendone in facciata il pronao marmoreo: si instaura così una stretta corrispondenza tra architettura e storia, nel quadro del problematico rapporto del cristianesimo con l’antichità, di cui i teatini si fanno consapevoli interpreti. La testimonianza degli studiosi dell’antico fra Quattro e Settecento e le cospicue fonti d’archivio che documentano i cantieri di ricostruzione della chiesa consentono di restituire le vicende esemplari di questo eccezionale monumento tra umanesimo e liturgia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.