Il progetto per l’area di Scalo Farini è stato assunto non solo come caso emblematico di rigenerazione urbana, finalizzato a risolvere in senso architettonico un vuoto nel cuore della città (risultato di processi di dismissione di varia natura), ma anche come occasione per riflettere sperimentalmente sulla relazione città/campagna, che oggi, pur con connotazioni diverse torna a nutrire ideologie e progetti. Campagna e città, paesaggi mentali in netta contrapposizione nell’immaginario architettonico del secolo scorso, oggi sorta di luoghi ideali, portatori di valori di autenticità, che possono ispirare nuove utopie domestiche. La ricerca si sviluppa su due fronti: il disegno dello spazio pubblico/privato nelle sue diverse configurazioni, urbana e naturale; la sperimentazione sullo spazio abitabile in senso residenziale e produttivo a partire dal tipo della casa-laboratorio. Il progetto tenta di ripensare lo spazio abitabile a partire dalla forma-limite dei manufatti, intesa come palinsesto di uno spazio domestico, eventuale e possibile, in cui vivere e lavorare. Negli ultimi decenni, con lo sviluppo rapido della connettività, sempre più sono emersi nuovi modi di intersecare lavoro e vita domestica. La casa oggi non è più un remoto ricovero in cui si torna la sera dopo una giornata di lavoro in ufficio o in fabbrica; sempre più frequentemente è un luogo in cui, durante tutto l’arco della giornata, lavoro, tempo libero, cura del corpo, si avvicendano nei medesimi spazi. La famiglia nucleare non è più il modello dominante, sostituita da un intero spettro di differenti forme di convivenza su cui la vita domestica si riorganizza.

Paesaggi domestici e vita urbana. Abitare tra natura e artificio nel cuore della città.

MARRAS, GIOVANNI;PASTRELLO, ANDREA;SCAVUZZO, GIUSEPPINA;ZANETTI, MICHELANGELO
2014-01-01

Abstract

Il progetto per l’area di Scalo Farini è stato assunto non solo come caso emblematico di rigenerazione urbana, finalizzato a risolvere in senso architettonico un vuoto nel cuore della città (risultato di processi di dismissione di varia natura), ma anche come occasione per riflettere sperimentalmente sulla relazione città/campagna, che oggi, pur con connotazioni diverse torna a nutrire ideologie e progetti. Campagna e città, paesaggi mentali in netta contrapposizione nell’immaginario architettonico del secolo scorso, oggi sorta di luoghi ideali, portatori di valori di autenticità, che possono ispirare nuove utopie domestiche. La ricerca si sviluppa su due fronti: il disegno dello spazio pubblico/privato nelle sue diverse configurazioni, urbana e naturale; la sperimentazione sullo spazio abitabile in senso residenziale e produttivo a partire dal tipo della casa-laboratorio. Il progetto tenta di ripensare lo spazio abitabile a partire dalla forma-limite dei manufatti, intesa come palinsesto di uno spazio domestico, eventuale e possibile, in cui vivere e lavorare. Negli ultimi decenni, con lo sviluppo rapido della connettività, sempre più sono emersi nuovi modi di intersecare lavoro e vita domestica. La casa oggi non è più un remoto ricovero in cui si torna la sera dopo una giornata di lavoro in ufficio o in fabbrica; sempre più frequentemente è un luogo in cui, durante tutto l’arco della giornata, lavoro, tempo libero, cura del corpo, si avvicendano nei medesimi spazi. La famiglia nucleare non è più il modello dominante, sostituita da un intero spettro di differenti forme di convivenza su cui la vita domestica si riorganizza.
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