Abstract Coltivare, trasformare, conservare, presidiare, ospitare. Produrre beni, servizi, persino energia (rigorosamente rinnovabile). Dall’alba del terzo millennio l’agricoltura è il settore economico che ha più saputo rinnovarsi. Cancellare lo stereotipo di un settore tradizionale e isolato dentro un mondo che cambia. Non solo modificando mezzi e metodi di produzione, ma ripensando alla propria stessa funzione. Nell’ultimo decennio, gli imprenditori agricoli italiani hanno interpretato questo nuovo impegno, mantenendo viva un’economia rurale che oggi fa perno su attività come la vendita diretta, la filiera corta, l’ospitalità rurale e l’agriturismo. Nuove occupazioni che hanno arricchito il “mestiere” di agricoltore, consentendogli di instaurare una nuova rete di relazioni che stanno invertendo il flusso di risorse e di persone tra città e campagna. È proprio partendo da questi presupposti, che lo sviluppo di un “quarto polo” del turismo italiano, il cosiddetto Turismo del paesaggio rurale, prende forma attraverso il progetto “PAESAGGI ITALIANI”, in cui, accanto alle tre consolidate offerte turistiche nazionali (“mare”, “monti” e “città d’arte”), individua un equilibrio diverso tra risorse e consumi nelle aree rurali. Il “Turismo del Paesaggio rurale” introduce un’innovazione nella gamma delle offerte turistiche, propone i territori come “condizione dello spirito”, come “stati mentali” secondo i criteri dell’esperienza polisensoriale, emozionale e del rapporto umano. Può offrire un prodotto tipico come un’escursione o un itinerario, ma di questi offrirà (e promuoverà) l’unicità dell’esperienza, non semplicemente la bontà del prodotto o dei servizi. La novità consiste nel fatto che quel tipo di offerta, organizzata in mete e pacchetti, è per la prima volta strutturata e promossa in quanto “paesaggio”, richiedendo pertanto un’innovazione tanto nella sua comunicazione, quanto nella sua fruizione. Tali attività hanno lo scopo di rendere questo quarto polo del turismo uno strumento per conferire valore e qualità alla produzione agricola, dando l’opportunità al settore di sperimentare nuove funzionalità produttive e di differenziare le entrate economiche. Ecco allora che la neo-agricoltura fa i conti con il post-turismo: il paesaggio italiano, modellato dalle attività rurali, diventa protagonista di una rinascita economica sostenibile. Il progetto Paesaggi Italiani, si inserisce nell’ambito degli studi dell’unità di ricerca “Governo e governance delle trasformazioni del paesaggio” ritrovando nei suoi due principali assi di interesse una piena collocazione. Paesaggi Italiani infatti, mirando a sviluppare un “quarto polo” del turismo italiano, il cosiddetto Turismo del paesaggio rurale, ponendosi come obiettivo generale quello di promuovere e mettere in rete le aree rurali italiane sotto l’aspetto del patrimonio culturale e ambientale e dei prodotti tipici, e incentivandone la fruizione turistica, da una parte, pone attenzione alle modalità con cui si possono supportare processi istituzionali legati alle trasformazioni del paesaggio e, dall’altra, a quei processi che hanno a che fare con il sistema di valori di ciascun individuo, con le sue preferenze, con la sua percezione di gradevolezza e benessere.

Verso un turismo del paesaggio rurale: il progetto Paesaggi Italiani.

MAGNI, FILIPPO;LANCERINI, EMANUEL;LOVENS, ANSELMA;COPPOLA, LUCA;STOCCO, MATTEO;PRIMITERRA, MATTEO;REHO, MATELDA
2015-01-01

Abstract

Abstract Coltivare, trasformare, conservare, presidiare, ospitare. Produrre beni, servizi, persino energia (rigorosamente rinnovabile). Dall’alba del terzo millennio l’agricoltura è il settore economico che ha più saputo rinnovarsi. Cancellare lo stereotipo di un settore tradizionale e isolato dentro un mondo che cambia. Non solo modificando mezzi e metodi di produzione, ma ripensando alla propria stessa funzione. Nell’ultimo decennio, gli imprenditori agricoli italiani hanno interpretato questo nuovo impegno, mantenendo viva un’economia rurale che oggi fa perno su attività come la vendita diretta, la filiera corta, l’ospitalità rurale e l’agriturismo. Nuove occupazioni che hanno arricchito il “mestiere” di agricoltore, consentendogli di instaurare una nuova rete di relazioni che stanno invertendo il flusso di risorse e di persone tra città e campagna. È proprio partendo da questi presupposti, che lo sviluppo di un “quarto polo” del turismo italiano, il cosiddetto Turismo del paesaggio rurale, prende forma attraverso il progetto “PAESAGGI ITALIANI”, in cui, accanto alle tre consolidate offerte turistiche nazionali (“mare”, “monti” e “città d’arte”), individua un equilibrio diverso tra risorse e consumi nelle aree rurali. Il “Turismo del Paesaggio rurale” introduce un’innovazione nella gamma delle offerte turistiche, propone i territori come “condizione dello spirito”, come “stati mentali” secondo i criteri dell’esperienza polisensoriale, emozionale e del rapporto umano. Può offrire un prodotto tipico come un’escursione o un itinerario, ma di questi offrirà (e promuoverà) l’unicità dell’esperienza, non semplicemente la bontà del prodotto o dei servizi. La novità consiste nel fatto che quel tipo di offerta, organizzata in mete e pacchetti, è per la prima volta strutturata e promossa in quanto “paesaggio”, richiedendo pertanto un’innovazione tanto nella sua comunicazione, quanto nella sua fruizione. Tali attività hanno lo scopo di rendere questo quarto polo del turismo uno strumento per conferire valore e qualità alla produzione agricola, dando l’opportunità al settore di sperimentare nuove funzionalità produttive e di differenziare le entrate economiche. Ecco allora che la neo-agricoltura fa i conti con il post-turismo: il paesaggio italiano, modellato dalle attività rurali, diventa protagonista di una rinascita economica sostenibile. Il progetto Paesaggi Italiani, si inserisce nell’ambito degli studi dell’unità di ricerca “Governo e governance delle trasformazioni del paesaggio” ritrovando nei suoi due principali assi di interesse una piena collocazione. Paesaggi Italiani infatti, mirando a sviluppare un “quarto polo” del turismo italiano, il cosiddetto Turismo del paesaggio rurale, ponendosi come obiettivo generale quello di promuovere e mettere in rete le aree rurali italiane sotto l’aspetto del patrimonio culturale e ambientale e dei prodotti tipici, e incentivandone la fruizione turistica, da una parte, pone attenzione alle modalità con cui si possono supportare processi istituzionali legati alle trasformazioni del paesaggio e, dall’altra, a quei processi che hanno a che fare con il sistema di valori di ciascun individuo, con le sue preferenze, con la sua percezione di gradevolezza e benessere.
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