La sezione raccoglie i paper dell'atelier "Spazi dell'agricoltura tra produzione e riproduzione", coordinato dagli autori nel quadro del convegno nazionale annuale della Società Italiana degli Urbanisti tenutosi a Venezia nel giugno del 2015. Negli ultimi anni il dibattito urbanistico ha riservato una crescente attenzione alle attività agricole e allo spazio dell’agricoltura. La società contemporanea esprime nei confronti dello spazio coltivato esigenze diverse: produzione di derrate alimentari e di biomasse a scopo energetico, conservazione dell’ambiente e della biodiversità, servizi alle popolazioni urbane e occasioni di socialità, riproduzione del patrimonio culturale. Si tratta di richieste contrastanti che entrano facilmente in conflitto tra loro, mettendo a dura prova il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura, proposto dalle politiche settoriali negli ultimi anni. È evidente però che queste funzioni non sono facilmente conciliabili nello stesso, scarso, spazio a disposizione, né è più possibile gestire la convivenza tra abitanti e attività agricole senza un quadro comune territoriale di riferimento, senza un progetto di territorio. Oggi questo quadro territoriale manca. Il territorio agricolo e quello urbanizzato sono governati da politiche e da strumenti diversi e autonomi: lo spazio coltivato è campo d’azione di politiche settoriali e di competenze specializzate, su cui gli strumenti urbanistici sono sostanzialmente afasici oppure propongono mere strategie di “protezione”, per lo più inefficaci. D’altro canto le norme urbanistiche in nome della zonizzazione omogenea e dei principi di igiene hanno fatto di tutto per espellere anche il ricordo dell’agricoltura urbana dalle città.
Spazi dell'agricoltura tra produzione e riproduzione
FERRARIO, VIVIANA;
2015-01-01
Abstract
La sezione raccoglie i paper dell'atelier "Spazi dell'agricoltura tra produzione e riproduzione", coordinato dagli autori nel quadro del convegno nazionale annuale della Società Italiana degli Urbanisti tenutosi a Venezia nel giugno del 2015. Negli ultimi anni il dibattito urbanistico ha riservato una crescente attenzione alle attività agricole e allo spazio dell’agricoltura. La società contemporanea esprime nei confronti dello spazio coltivato esigenze diverse: produzione di derrate alimentari e di biomasse a scopo energetico, conservazione dell’ambiente e della biodiversità, servizi alle popolazioni urbane e occasioni di socialità, riproduzione del patrimonio culturale. Si tratta di richieste contrastanti che entrano facilmente in conflitto tra loro, mettendo a dura prova il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura, proposto dalle politiche settoriali negli ultimi anni. È evidente però che queste funzioni non sono facilmente conciliabili nello stesso, scarso, spazio a disposizione, né è più possibile gestire la convivenza tra abitanti e attività agricole senza un quadro comune territoriale di riferimento, senza un progetto di territorio. Oggi questo quadro territoriale manca. Il territorio agricolo e quello urbanizzato sono governati da politiche e da strumenti diversi e autonomi: lo spazio coltivato è campo d’azione di politiche settoriali e di competenze specializzate, su cui gli strumenti urbanistici sono sostanzialmente afasici oppure propongono mere strategie di “protezione”, per lo più inefficaci. D’altro canto le norme urbanistiche in nome della zonizzazione omogenea e dei principi di igiene hanno fatto di tutto per espellere anche il ricordo dell’agricoltura urbana dalle città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.