Il contributo, nel numero monografico della rivista “Viceversa” dedicato all'attualità dell'utopia, affronta il tema della "nave", quale figura archetipico/paradigmatica della condizione sradicata dell’abitare nel moderno, riferimento ineludibile nella riflessione teorica e sperimentazione progettuale di molti protagonisti dell'architettura dell'Ottocento e del Novecento. Se la nave è l’immagine utopica dell’architettura della metropoli del nostro tempo - essenza del non luogo, che giunge a concretizzarsi negli "spazi altri" dell’eterotopia - tuttavia essa non può che ricercare nuove forme di rapporto con i luoghi. Nel profilo del piroscafo Aquitania, posto a confronto con gli edifici monumentali parigini in Vers une Architecture, Le Corbusier evidenzia la radicale differenza di scala degli autonomi edifici-nave propri della nuova epoca. Nel Padiglione Svizzero alla Cité Universitaire di Parigi, come nelle Unitè d’habitation, tali grandi costruzioni manifestano indifferenza al contesto immediato già nel rapporto archeologico/distaccato con il terreno e le tracce storicamente stratificate; il suolo artificiale su cui si fondano è sospeso tramite pilotis su di uno strato altro: la figura dello sradicamento. L'intervento è affiancato da uno schizzo di Le Corbusier: "La nave/ il palazzo/ il transatlantico /Società delle Nazioni/ il grattacielo/ la collina artificiale", relativo alla conferenza tenuta a Buenos Aires nel 1929, pubblicato in: Id., Précisions sur un état présent de l'architecture et de l'urbanisme, Paris, 1930. Il contributo è inoltre accompagnato nello stesso volume da una scheda bibliografica relativa alla pubblicazione di una conferenza radiofonica tenuta da Michel Foucault nel 1966, Les hétérotopies, nella quale la nave – il grande bastimento del XIX secolo – è individuata quale «l’eterotopia per eccellenza per la nostra civiltà».

La nave utopica dell'abitare nel moderno

Doimo, Martino
2017-01-01

Abstract

Il contributo, nel numero monografico della rivista “Viceversa” dedicato all'attualità dell'utopia, affronta il tema della "nave", quale figura archetipico/paradigmatica della condizione sradicata dell’abitare nel moderno, riferimento ineludibile nella riflessione teorica e sperimentazione progettuale di molti protagonisti dell'architettura dell'Ottocento e del Novecento. Se la nave è l’immagine utopica dell’architettura della metropoli del nostro tempo - essenza del non luogo, che giunge a concretizzarsi negli "spazi altri" dell’eterotopia - tuttavia essa non può che ricercare nuove forme di rapporto con i luoghi. Nel profilo del piroscafo Aquitania, posto a confronto con gli edifici monumentali parigini in Vers une Architecture, Le Corbusier evidenzia la radicale differenza di scala degli autonomi edifici-nave propri della nuova epoca. Nel Padiglione Svizzero alla Cité Universitaire di Parigi, come nelle Unitè d’habitation, tali grandi costruzioni manifestano indifferenza al contesto immediato già nel rapporto archeologico/distaccato con il terreno e le tracce storicamente stratificate; il suolo artificiale su cui si fondano è sospeso tramite pilotis su di uno strato altro: la figura dello sradicamento. L'intervento è affiancato da uno schizzo di Le Corbusier: "La nave/ il palazzo/ il transatlantico /Società delle Nazioni/ il grattacielo/ la collina artificiale", relativo alla conferenza tenuta a Buenos Aires nel 1929, pubblicato in: Id., Précisions sur un état présent de l'architecture et de l'urbanisme, Paris, 1930. Il contributo è inoltre accompagnato nello stesso volume da una scheda bibliografica relativa alla pubblicazione di una conferenza radiofonica tenuta da Michel Foucault nel 1966, Les hétérotopies, nella quale la nave – il grande bastimento del XIX secolo – è individuata quale «l’eterotopia per eccellenza per la nostra civiltà».
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