L’arte del costruire (Baukunst) del nostro tempo trova fondamento nella ricerca di una nuova forma di composizione dei differenti autonomi elementi costruttivo/figurativi, nei quali risulta originariamente frammentata e stratificata: l’elemento plastico murario, che si occupa della fondazione del suolo, come massa stereotomica topograficamente modellata in rapporto alla conformazione del luogo, con la connessa antica spazialità residuale-interstiziale di natura muraria; l’elemento propriamente tettonico della struttura di sostegno del riparo, strettamente riferibile ai procedimenti di montaggio di elementi finiti; l’elemento, portatore di motivi tessili, dell’involucro che dà forma a una nuova forma di spazialità interna, composta in modo libero e continuo: pura superficie di rivestimento (Bekleidung) tendente alla smaterializzazione, come anticipato dalla riflessione di Gottfried Semper in Der Stil, poco dopo la metà dell'Ottocento. Questi elementi si sono infatti definiti attraverso un lungo processo di formazione, a partire dalla radicale revisione teorica delle tradizionali categorie tettoniche, nel corso dell’Ottocento. Essi sembrano trovare compimento nell’ultima fase della ricerca miesiana della “nuova” arte del costruire, nel progetto della Halle monumentale per Cuba/Berlino (1957-68) – considerato come un processo continuo e unitario – di cui si occupa principalmente il presente contributo, affrontando temi che ritornano costantemente negli interessi di ricerca principali dell'autore, che trovano qui occasione di approfondimento specifico, con aggiornamenti e integrazioni puntuali ma essenziali, rispetto a precedenti anche più ampie pubblicazioni. Il progetto per il Bacardi Building a Cuba costituisce un momento fondamentale nella ricerca miesiana: per la prima volta, da quando Mies si è trasferito negli USA (se si esclude il progetto didattico per il Museo per una piccola città del 1943, derivato da una tesi di laurea sviluppata all'IIT, in sostanziale continuità con l'esperienza europea), si può nuovamente riscontrare la complessa compresenza dialettica di tutti gli elementi fondamentali – murari, spaziali e tettonici ¬– che avevano caratterizzato la fase europea della sua riflessione e sperimentazione, a partire dalla realizzazione del Padiglione di Barcellona nel 1929 e dai progetti teorici per le case a corte degli anni Trenta, strettamente connessi all’insegnamento al Bauhaus. Tuttavia ciò avviene a partire da una radicalmente nuova ipotesi tettonica di fondo: la Halle "pelle e ossa" miesiana è ora divenuta un riparo a luce libera, non è più la "sala ipostila" della fase europea. Questa soluzione viene confrontata con alcune illuminanti riflessioni in merito al nuovo "principio di copertura dello spazio", implicito nelle profonde innovazioni dei materiali e tecniche costruttive dell’epoca, come individuato da Carl Bötticher, poco prima della metà dell’Ottocento. Ancora nel confronto con il dibattito sullo stile e la tettonica nell'Ottocento tedesco – in particolare in relazione alla riflessione teorica di Semper e Bötticher – si affronta infine il tema della traduzione berlinese in acciaio, a partire dall'originaria versione cubana in cemento armato, del compimento della ricerca miesiana volta al ritrovamento della pienezza artistico-culturale di un autentico "ordine architettonico" rappresentativo, appropriato alla nuova epoca. Il testo tratta la questione anche con particolare attenzione alle complesse specifiche soluzioni elaborate dagli ingegneri strutturisti che collaborano con Mies nelle varie fasi delle premesse e dello sviluppo del progetto cubano/berlinese: Myron Goldsmith, Sàenz-Cancio-Martin, Frank Kornacker, Hans Dienst.

Mies van der Rohe: Cuba 1957 - Berlin 1968 : il compimento della “nuova” arte del costruire = Mies van der Rohe: Cuba 1957 - Berlin 1968 : the fulfillment of the “new” art of building

Doimo, Martino
2017-01-01

Abstract

L’arte del costruire (Baukunst) del nostro tempo trova fondamento nella ricerca di una nuova forma di composizione dei differenti autonomi elementi costruttivo/figurativi, nei quali risulta originariamente frammentata e stratificata: l’elemento plastico murario, che si occupa della fondazione del suolo, come massa stereotomica topograficamente modellata in rapporto alla conformazione del luogo, con la connessa antica spazialità residuale-interstiziale di natura muraria; l’elemento propriamente tettonico della struttura di sostegno del riparo, strettamente riferibile ai procedimenti di montaggio di elementi finiti; l’elemento, portatore di motivi tessili, dell’involucro che dà forma a una nuova forma di spazialità interna, composta in modo libero e continuo: pura superficie di rivestimento (Bekleidung) tendente alla smaterializzazione, come anticipato dalla riflessione di Gottfried Semper in Der Stil, poco dopo la metà dell'Ottocento. Questi elementi si sono infatti definiti attraverso un lungo processo di formazione, a partire dalla radicale revisione teorica delle tradizionali categorie tettoniche, nel corso dell’Ottocento. Essi sembrano trovare compimento nell’ultima fase della ricerca miesiana della “nuova” arte del costruire, nel progetto della Halle monumentale per Cuba/Berlino (1957-68) – considerato come un processo continuo e unitario – di cui si occupa principalmente il presente contributo, affrontando temi che ritornano costantemente negli interessi di ricerca principali dell'autore, che trovano qui occasione di approfondimento specifico, con aggiornamenti e integrazioni puntuali ma essenziali, rispetto a precedenti anche più ampie pubblicazioni. Il progetto per il Bacardi Building a Cuba costituisce un momento fondamentale nella ricerca miesiana: per la prima volta, da quando Mies si è trasferito negli USA (se si esclude il progetto didattico per il Museo per una piccola città del 1943, derivato da una tesi di laurea sviluppata all'IIT, in sostanziale continuità con l'esperienza europea), si può nuovamente riscontrare la complessa compresenza dialettica di tutti gli elementi fondamentali – murari, spaziali e tettonici ¬– che avevano caratterizzato la fase europea della sua riflessione e sperimentazione, a partire dalla realizzazione del Padiglione di Barcellona nel 1929 e dai progetti teorici per le case a corte degli anni Trenta, strettamente connessi all’insegnamento al Bauhaus. Tuttavia ciò avviene a partire da una radicalmente nuova ipotesi tettonica di fondo: la Halle "pelle e ossa" miesiana è ora divenuta un riparo a luce libera, non è più la "sala ipostila" della fase europea. Questa soluzione viene confrontata con alcune illuminanti riflessioni in merito al nuovo "principio di copertura dello spazio", implicito nelle profonde innovazioni dei materiali e tecniche costruttive dell’epoca, come individuato da Carl Bötticher, poco prima della metà dell’Ottocento. Ancora nel confronto con il dibattito sullo stile e la tettonica nell'Ottocento tedesco – in particolare in relazione alla riflessione teorica di Semper e Bötticher – si affronta infine il tema della traduzione berlinese in acciaio, a partire dall'originaria versione cubana in cemento armato, del compimento della ricerca miesiana volta al ritrovamento della pienezza artistico-culturale di un autentico "ordine architettonico" rappresentativo, appropriato alla nuova epoca. Il testo tratta la questione anche con particolare attenzione alle complesse specifiche soluzioni elaborate dagli ingegneri strutturisti che collaborano con Mies nelle varie fasi delle premesse e dello sviluppo del progetto cubano/berlinese: Myron Goldsmith, Sàenz-Cancio-Martin, Frank Kornacker, Hans Dienst.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
zarch 8.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione 3.32 MB
Formato Adobe PDF
3.32 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/269314
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 0
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact