Lo spazio in architettura è un testo fondamentale per la comprensione del lento ma affascinante percorso di avvicinamento della disciplina architettonica alla sostanza più autentica dell’architettura stessa: lo spazio. Il libro contiene un testo didattico, concepito, secondo le intenzioni dell’autore, in modo che gli studenti di architettura possano comprendere tutta la complessità e la profondità del tema dibattuto. Esso rappresenta, inoltre, un utile strumento di approfondimento per gli architetti, i teorici e gli storici dell’architettura, così come per gli storici dell’arte e i filosofi. Questa efficacia si riscontra nel mondo iberico, dove lo scritto è conosciuto da oltre un trentennio e dove, fin dai primi anni ’80, ha formato intere generazioni di architetti e studiosi della disciplina. Viene da chiedersi, a questo punto, perché Lo spazio in architettura appare in lingua italiana solo oggi, a più di quarant’anni di distanza dalla sua prima edizione. Qual è stato l’interesse intorno al tema dello spazio architettonico nel nostro Paese negli ultimi decenni? Quanto è rimasto delle lucide visioni di Bruno Zevi e delle originali sperimentazioni di Luigi Moretti? Forse altri, meglio di noi, hanno saputo raccogliere quell’eredità, sviluppando riflessioni teoriche e progetti più orientati verso l‘idea di spazio. In Italia è tempo di colmare questa lacuna e la traduzione di questo libro rappresenta solo un primo passo.

La forma dell'aria : Note a margine sulla tradizione dell'amor vacui

Cacciatore, Francesco
2019-01-01

Abstract

Lo spazio in architettura è un testo fondamentale per la comprensione del lento ma affascinante percorso di avvicinamento della disciplina architettonica alla sostanza più autentica dell’architettura stessa: lo spazio. Il libro contiene un testo didattico, concepito, secondo le intenzioni dell’autore, in modo che gli studenti di architettura possano comprendere tutta la complessità e la profondità del tema dibattuto. Esso rappresenta, inoltre, un utile strumento di approfondimento per gli architetti, i teorici e gli storici dell’architettura, così come per gli storici dell’arte e i filosofi. Questa efficacia si riscontra nel mondo iberico, dove lo scritto è conosciuto da oltre un trentennio e dove, fin dai primi anni ’80, ha formato intere generazioni di architetti e studiosi della disciplina. Viene da chiedersi, a questo punto, perché Lo spazio in architettura appare in lingua italiana solo oggi, a più di quarant’anni di distanza dalla sua prima edizione. Qual è stato l’interesse intorno al tema dello spazio architettonico nel nostro Paese negli ultimi decenni? Quanto è rimasto delle lucide visioni di Bruno Zevi e delle originali sperimentazioni di Luigi Moretti? Forse altri, meglio di noi, hanno saputo raccogliere quell’eredità, sviluppando riflessioni teoriche e progetti più orientati verso l‘idea di spazio. In Italia è tempo di colmare questa lacuna e la traduzione di questo libro rappresenta solo un primo passo.
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