Calipso e Penelope, Elena e Clitemnestra, Andromaca ed Ermione, Medea e Circe, coppie di eroine amorose – donne mortali e dee immortali, le cui vite si sono intrecciate per il fatale incontro con un uomo, un eroe. Calipso, ninfa del desiderio, ricorda, con rimpianto e nostalgia, Ulisse che per “sette brevissimi anni” accolse e tenne con sé nella sua isola ai confini del mondo. Lo stesso Ulisse è atteso, da troppi anni, a casa da Penelope, sposa fedele, che, travagliata da domande e sospetti, si chiede perché ancora l’eroe non faccia ritorno alla sua Itaca. Elena rinfaccia a Paride la sua fama di ‘Helenadros’ rovina degli uomini, e si fa carico della responsabilità della distruzione di Troia. Durante quei dieci sanguinosi anni di guerra, la sorella Clitemnestra invece è rimasta seduta sul trono di Agamennone e ora racconta come sta preparando il ritorno del re. Andromaca, fatta schiava del figlio di Achille, ed Ermione giovane sposa dello stesso eroe, si affrontano e si scontrano per il letto di Neottolemo: nel confronto dialettico vince la schiava troiana ed Ermione finisce per invocare in suo aiuto il primo promesso sposo, Oreste. Medea rievoca la sua storia d’amore con Giasone, l’innamoramento, il tradimento, la fuga dal suo paese, e ora maledice e minaccia lo sposo fedifrago. Circe, come lei ‘figlia del Sole’, ricorda a Medea il suo daimon, la sua natura divina, e a sua volta si ricorda di Ulisse e del sapore intenso di vita e morte, sconosciuto agli dei, che per qualche attimo ha gustato nell’amore con l’eroe. Prendendo spunto dalle Heroides di Ovidio, nell’azione teatrale Voci di eroine amorose le figure femminili del mito prendono la parola e si presentano in scena a raccontare la loro versione della storia.

Voci di eroine amorose, azione teatrale

Monica Centanni;Daniela Sacco;
2010-01-01

Abstract

Calipso e Penelope, Elena e Clitemnestra, Andromaca ed Ermione, Medea e Circe, coppie di eroine amorose – donne mortali e dee immortali, le cui vite si sono intrecciate per il fatale incontro con un uomo, un eroe. Calipso, ninfa del desiderio, ricorda, con rimpianto e nostalgia, Ulisse che per “sette brevissimi anni” accolse e tenne con sé nella sua isola ai confini del mondo. Lo stesso Ulisse è atteso, da troppi anni, a casa da Penelope, sposa fedele, che, travagliata da domande e sospetti, si chiede perché ancora l’eroe non faccia ritorno alla sua Itaca. Elena rinfaccia a Paride la sua fama di ‘Helenadros’ rovina degli uomini, e si fa carico della responsabilità della distruzione di Troia. Durante quei dieci sanguinosi anni di guerra, la sorella Clitemnestra invece è rimasta seduta sul trono di Agamennone e ora racconta come sta preparando il ritorno del re. Andromaca, fatta schiava del figlio di Achille, ed Ermione giovane sposa dello stesso eroe, si affrontano e si scontrano per il letto di Neottolemo: nel confronto dialettico vince la schiava troiana ed Ermione finisce per invocare in suo aiuto il primo promesso sposo, Oreste. Medea rievoca la sua storia d’amore con Giasone, l’innamoramento, il tradimento, la fuga dal suo paese, e ora maledice e minaccia lo sposo fedifrago. Circe, come lei ‘figlia del Sole’, ricorda a Medea il suo daimon, la sua natura divina, e a sua volta si ricorda di Ulisse e del sapore intenso di vita e morte, sconosciuto agli dei, che per qualche attimo ha gustato nell’amore con l’eroe. Prendendo spunto dalle Heroides di Ovidio, nell’azione teatrale Voci di eroine amorose le figure femminili del mito prendono la parola e si presentano in scena a raccontare la loro versione della storia.
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