L’edificio che Iotti e Pavarani hanno progettato con Artecna per un isolato a Torino, con la sua presenza discreta e assertiva al tempo stesso, introietta in sé il senso e la regola del tessuto urbano e così facendo si attesta con naturalezza in quel difficile confine che separa la figura dallo sfondo: è presente ma, allo stesso tempo, non è per nulla invasivo. Inoltre dimostra ancora una volta come l’architettura italiana si trovi a proprio agio quando ha a che fare con il tessuto urbano, quando si deve innestare in esso, ed espliciti al meglio le sue potenzialità nella media dimensione. È l’architettura garbata italiana, come quella di Iotti e Pavarani, un’architettura di impaginato, in cui il disegno dell’involucro diventa determinante come se la veste rappresentasse la parte sostanziale del corpo. Ma al di là degli aspetti figurativi ciò che è importante notare nell’opera è l’interpretazione etica dell’architettura: un’etica alto-borghese che viene ancora denigrata, fino al paradosso di farne un disvalore.

Nuovi edifici Reale Group a Torino

Mosco, Valerio Paolo
2017-01-01

Abstract

L’edificio che Iotti e Pavarani hanno progettato con Artecna per un isolato a Torino, con la sua presenza discreta e assertiva al tempo stesso, introietta in sé il senso e la regola del tessuto urbano e così facendo si attesta con naturalezza in quel difficile confine che separa la figura dallo sfondo: è presente ma, allo stesso tempo, non è per nulla invasivo. Inoltre dimostra ancora una volta come l’architettura italiana si trovi a proprio agio quando ha a che fare con il tessuto urbano, quando si deve innestare in esso, ed espliciti al meglio le sue potenzialità nella media dimensione. È l’architettura garbata italiana, come quella di Iotti e Pavarani, un’architettura di impaginato, in cui il disegno dell’involucro diventa determinante come se la veste rappresentasse la parte sostanziale del corpo. Ma al di là degli aspetti figurativi ciò che è importante notare nell’opera è l’interpretazione etica dell’architettura: un’etica alto-borghese che viene ancora denigrata, fino al paradosso di farne un disvalore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/273234
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