Il caratteristico timbro delle chitarre acustiche e classiche ha spesso influenzato molti chitarristi jazz che, nella loro carriera, hanno realizzato interessanti progetti discografici ricercando nuove sonorità, con un approccio curioso ed innovativo, adattando il loro controllo melodico ed armonico e la loro personalità, alle peculiarità di questi strumenti. L’album di Charlie Haden “Beyond The Missouri Sky”, può essere identificato come un esempio rappresentativo di ciò, e di come un chitarrista eclettico e sperimentatore come Pat Metheny riesca ad esaltare le caratteristiche dello strumento che sta suonando mantenendo comunque un timbro personale e riconoscibile. Nonostante il suo suono sia popolarmente associabile a quello della sua archtop Gibson ES 175 del 1958, o, negli ultimi anni, a quello dell’Ibanez PM100, durante la sua lunga carriera lo si può ascoltare mentre suona delle chitarre a 12 corde con accordature non standard, chitarre sitar, chitarre baritone e mentre sperimenta strumenti all’avanguardia come la chitarra synth Roland 303 collegata al synclavier arrivando addirittura a controllare tramite chitarra “midizzata” un’intera orchestra meccanica nel progetto Orchestrion nel 2010. Parte fondamentale nei suoi lavori discografici è l’utilizzo di chitarre acustiche con corde in metallo o in nylon, che utilizza attingendo alla tradizione folk della sua terra natale, il Missouri, fondendolo con il pop dei Beatles e il jazz di Wes Montgomery e Jim Hall. Questi elementi li possiamo apprezzare nel disco Beyond the Missouri Sky che può essere considerato un album emblematico e innovativo nella carriera di Metheny che a suo stesso dire fu un “punto di svolta” e l’occasione di poter notare certe componenti del suo modo di suonare che egli stesso non aveva mai apprezzato. A proposito dell’album disse anche che l’utilizzo della chitarra acustica gli ha consentito di “valorizzare un'esperienza accumulata in più di trent'anni”, come appare evidente nell’ascoltare il tocco che ha su questo strumento. Grande merito lo si deve alla liutaia canadese Linda Manzer che realizzò tutti gli strumenti acustici che sono stati utilizzati nel disco: sia la chitarra acustica e classica che strumenti originali come la chitarra sitar e la chitarra Pikasso con 42 corde e tre manici. Il suono di queste chitarre ha profondamente ispirato Metheny nella ricerca sonora che caratterizza l’intero disco. Nelle pagine che seguono, dopo una presentazione dei due musicisti e dei lavori discografici e che li vedono assieme, si ha una descrizione sommaria dell’album: viene descritta la sua genesi, sin dalla prima bozza inviata da Haden a Metheny tramite una musicassetta contenente quattro tracce, fino al suo completamento con la scelta di orchestrazioni con sovra-incisioni di parti di chitarra e sintetizzatori. Ogni brano che compone l’album è descritto sinteticamente per comprendere la struttura complessiva del disco, la narrativa che lo caratterizza, i colori e le atmosfere. Attraverso queste piccole storie (“short stories”), si andranno ad analizzare la ricerca armonica di Metheny in riferimento agli strumenti acustici, estrapolandone i voicing più significativi, assieme agli aspetti melodici dell’improvvisazione e la costruzione dei soli. L’arrangiamento chitarristico dei brani consente un’analisi approfondita su due aspetti che caratterizzano lo stile di Metheny sia in senso generico, legato alla sua concezione melodica, sia in modo specifico e tecnico nella sua interpretazione dell’utilizzo di strumenti acustici. Queste due caratteristiche si possono individuare nel suo stile chitarristico, e dipendono dalla tecnica che adotta quando utilizza gli strumenti acustici. Infatti lo si vede suonare linee melodiche principalmente con il plettro, attingendo a pronunce e respiri tipici di strumenti a fiato, ed armonie utilizzando le dita con le unghie. Il passaggio tra queste due tecniche talvolta è netto, come si vede nelle sue esibizioni dal vivo, in cui modifica le impostazioni dell’equalizzazione ottenendo un suono più ovattato nelle parti melodiche eseguite con il plettro e più brillante nelle parti armoniche eseguite con le unghie. Nonostante gli aspetti armonici e melodici siano coesistenti nel modo di suonare di Metheny, si è voluto comunque cercare di analizzarli separatamente attraverso queste due tecniche chitarristiche, dividendoli in due capitoli. Nel capitolo “Fraseggio e narrativa - Chitarra con il plettro” (pag. 23) si ha l’analisi della parte melodica, cercando di focalizzare la razionalità nella costruzione dei soli, definita da Metheny “narrativa” (storytelling), attraverso elementi melodici estrapolati dalle trascrizioni dei temi e dei soli di alcuni brani suonati con il plettro. Nel capitolo “Voicing ed Armonizzazioni - Chitarra con le dita” (pag. 49) vengono invece riportate alcune trascrizioni di temi e soli di brani suonati prevalentemente con le unghie, descrivendo le scelte armoniche ed i voicing utilizzati in rapporto allo strumento acustico. Ci saranno infine considerazioni sull’influenza dell’ambiente musicale del Missouri in cui Metheny ha trascorso la sua infanzia e di come la musica country sia stata introdotta nel jazz, in rifermento ad alcuni brani dell’album.

“Beyond the Missouri sky" : Pat Metheny in acustico

Ruggeri
2018-01-01

Abstract

Il caratteristico timbro delle chitarre acustiche e classiche ha spesso influenzato molti chitarristi jazz che, nella loro carriera, hanno realizzato interessanti progetti discografici ricercando nuove sonorità, con un approccio curioso ed innovativo, adattando il loro controllo melodico ed armonico e la loro personalità, alle peculiarità di questi strumenti. L’album di Charlie Haden “Beyond The Missouri Sky”, può essere identificato come un esempio rappresentativo di ciò, e di come un chitarrista eclettico e sperimentatore come Pat Metheny riesca ad esaltare le caratteristiche dello strumento che sta suonando mantenendo comunque un timbro personale e riconoscibile. Nonostante il suo suono sia popolarmente associabile a quello della sua archtop Gibson ES 175 del 1958, o, negli ultimi anni, a quello dell’Ibanez PM100, durante la sua lunga carriera lo si può ascoltare mentre suona delle chitarre a 12 corde con accordature non standard, chitarre sitar, chitarre baritone e mentre sperimenta strumenti all’avanguardia come la chitarra synth Roland 303 collegata al synclavier arrivando addirittura a controllare tramite chitarra “midizzata” un’intera orchestra meccanica nel progetto Orchestrion nel 2010. Parte fondamentale nei suoi lavori discografici è l’utilizzo di chitarre acustiche con corde in metallo o in nylon, che utilizza attingendo alla tradizione folk della sua terra natale, il Missouri, fondendolo con il pop dei Beatles e il jazz di Wes Montgomery e Jim Hall. Questi elementi li possiamo apprezzare nel disco Beyond the Missouri Sky che può essere considerato un album emblematico e innovativo nella carriera di Metheny che a suo stesso dire fu un “punto di svolta” e l’occasione di poter notare certe componenti del suo modo di suonare che egli stesso non aveva mai apprezzato. A proposito dell’album disse anche che l’utilizzo della chitarra acustica gli ha consentito di “valorizzare un'esperienza accumulata in più di trent'anni”, come appare evidente nell’ascoltare il tocco che ha su questo strumento. Grande merito lo si deve alla liutaia canadese Linda Manzer che realizzò tutti gli strumenti acustici che sono stati utilizzati nel disco: sia la chitarra acustica e classica che strumenti originali come la chitarra sitar e la chitarra Pikasso con 42 corde e tre manici. Il suono di queste chitarre ha profondamente ispirato Metheny nella ricerca sonora che caratterizza l’intero disco. Nelle pagine che seguono, dopo una presentazione dei due musicisti e dei lavori discografici e che li vedono assieme, si ha una descrizione sommaria dell’album: viene descritta la sua genesi, sin dalla prima bozza inviata da Haden a Metheny tramite una musicassetta contenente quattro tracce, fino al suo completamento con la scelta di orchestrazioni con sovra-incisioni di parti di chitarra e sintetizzatori. Ogni brano che compone l’album è descritto sinteticamente per comprendere la struttura complessiva del disco, la narrativa che lo caratterizza, i colori e le atmosfere. Attraverso queste piccole storie (“short stories”), si andranno ad analizzare la ricerca armonica di Metheny in riferimento agli strumenti acustici, estrapolandone i voicing più significativi, assieme agli aspetti melodici dell’improvvisazione e la costruzione dei soli. L’arrangiamento chitarristico dei brani consente un’analisi approfondita su due aspetti che caratterizzano lo stile di Metheny sia in senso generico, legato alla sua concezione melodica, sia in modo specifico e tecnico nella sua interpretazione dell’utilizzo di strumenti acustici. Queste due caratteristiche si possono individuare nel suo stile chitarristico, e dipendono dalla tecnica che adotta quando utilizza gli strumenti acustici. Infatti lo si vede suonare linee melodiche principalmente con il plettro, attingendo a pronunce e respiri tipici di strumenti a fiato, ed armonie utilizzando le dita con le unghie. Il passaggio tra queste due tecniche talvolta è netto, come si vede nelle sue esibizioni dal vivo, in cui modifica le impostazioni dell’equalizzazione ottenendo un suono più ovattato nelle parti melodiche eseguite con il plettro e più brillante nelle parti armoniche eseguite con le unghie. Nonostante gli aspetti armonici e melodici siano coesistenti nel modo di suonare di Metheny, si è voluto comunque cercare di analizzarli separatamente attraverso queste due tecniche chitarristiche, dividendoli in due capitoli. Nel capitolo “Fraseggio e narrativa - Chitarra con il plettro” (pag. 23) si ha l’analisi della parte melodica, cercando di focalizzare la razionalità nella costruzione dei soli, definita da Metheny “narrativa” (storytelling), attraverso elementi melodici estrapolati dalle trascrizioni dei temi e dei soli di alcuni brani suonati con il plettro. Nel capitolo “Voicing ed Armonizzazioni - Chitarra con le dita” (pag. 49) vengono invece riportate alcune trascrizioni di temi e soli di brani suonati prevalentemente con le unghie, descrivendo le scelte armoniche ed i voicing utilizzati in rapporto allo strumento acustico. Ci saranno infine considerazioni sull’influenza dell’ambiente musicale del Missouri in cui Metheny ha trascorso la sua infanzia e di come la musica country sia stata introdotta nel jazz, in rifermento ad alcuni brani dell’album.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/273876
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