Le motivazioni alla base di questo volume collettaneo sono due… anzi tre. Le prime due sono presto dette: innanzitutto i saggi qui raccolti sono uno dei molti esiti editoriali di un PRIN (Anno 2010-2011 - prot. 2010BMCKBS), coordinato scientificamente dal prof. Riccardo Migliari dell’Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, che si intitolava Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio, e al quale hanno partecipato molte sedi universitarie – italiane e straniere – consorziate . L’obiettivo principale del progetto di ricerca era quello ambizioso di studiare, conservare e divulgare, attraverso le possibilità fornite dalle nuove tecnologie digitali, l’ampio patrimonio delle cosiddette prospettive architettoniche, ovvero quelle rappresentazioni - pittoriche, scultoree o architettoniche - di strutture o di elementi decorativi che avessero fatto ricorso, dall’antichità classica sino ai nostri giorni, alla prospettiva come elemento di simulazione di spazi e forme illusorie e che, in genere, avessero sottoposto l’osservatore /fruitore ad una sospensione delle propria credulità iniziale, suggerendo che difronte a lui ci fossero spazi in realtà fittizi, ma allusivi di un altrove, suggestivo e perturbante al contempo. Il tema di ricerca è stato declinato in vario modo da ciascuna unità operativa partecipante, rinvenendo tematiche e casistiche specifiche per ogni contesto geografico analizzato, ma anche elementi di connessione, carsici o palesi, che ne motivavano una comune scaturigine, di natura proiettivo-geometrica o anche solo meta-narrativa. Durante una delle molte riunioni itineranti che videro coinvolti i partecipanti al PRIN nelle varie sedi consorziate, ricordo di aver sentito Riccardo Migliari dire che, alla fine del complesso lavoro di studio sui casi selezionati, pur diversi fra loro, lui aveva rinvenuto un elemento unificante in ognuna delle rappresentazioni analizzate che, apparentemente, poteva entrare in contraddizione con il carattere scientifico e tecnologico della loro esegesi sviluppata in ambito accademico: segnatamente l’impiego della prospettiva per creare un altrove ‘onirico’, un mondo alternativo a quello reale che inizialmente si offre come sua prosecuzione ma che, dopo pochi istanti, rivela tutto il suo potere mesmerico e spiazzante, introducendoci in una dimensione alternativa rispetto a quella secolare. Non deve sembrare strana questa affermazione a ben vedere, dal momento che il tema dell’illusionismo, sin dal suo etimo – in, suffisso rafforzativo e ludere scherzare, da ludus gioco –, ci coinvolge in un rapporto dialettico con lo spazio anche se questo viene esercitato su dimensioni spesso titaniche (quelle della scala architettonica appunto) che si emancipano della bidimensionalità per approdare al mondo dell’esperienza fenomenica. Tra i molti tematismi che il lavoro scientifico del PRIN ha messo in luce, uno ha catturato l’attenzione di alcuni studiosi, qui riuniti a discuterne: quello dell’anamorfosi.

Il sogno della perspectiva secreta

Agostino De Rosa
2019-01-01

Abstract

Le motivazioni alla base di questo volume collettaneo sono due… anzi tre. Le prime due sono presto dette: innanzitutto i saggi qui raccolti sono uno dei molti esiti editoriali di un PRIN (Anno 2010-2011 - prot. 2010BMCKBS), coordinato scientificamente dal prof. Riccardo Migliari dell’Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, che si intitolava Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio, e al quale hanno partecipato molte sedi universitarie – italiane e straniere – consorziate . L’obiettivo principale del progetto di ricerca era quello ambizioso di studiare, conservare e divulgare, attraverso le possibilità fornite dalle nuove tecnologie digitali, l’ampio patrimonio delle cosiddette prospettive architettoniche, ovvero quelle rappresentazioni - pittoriche, scultoree o architettoniche - di strutture o di elementi decorativi che avessero fatto ricorso, dall’antichità classica sino ai nostri giorni, alla prospettiva come elemento di simulazione di spazi e forme illusorie e che, in genere, avessero sottoposto l’osservatore /fruitore ad una sospensione delle propria credulità iniziale, suggerendo che difronte a lui ci fossero spazi in realtà fittizi, ma allusivi di un altrove, suggestivo e perturbante al contempo. Il tema di ricerca è stato declinato in vario modo da ciascuna unità operativa partecipante, rinvenendo tematiche e casistiche specifiche per ogni contesto geografico analizzato, ma anche elementi di connessione, carsici o palesi, che ne motivavano una comune scaturigine, di natura proiettivo-geometrica o anche solo meta-narrativa. Durante una delle molte riunioni itineranti che videro coinvolti i partecipanti al PRIN nelle varie sedi consorziate, ricordo di aver sentito Riccardo Migliari dire che, alla fine del complesso lavoro di studio sui casi selezionati, pur diversi fra loro, lui aveva rinvenuto un elemento unificante in ognuna delle rappresentazioni analizzate che, apparentemente, poteva entrare in contraddizione con il carattere scientifico e tecnologico della loro esegesi sviluppata in ambito accademico: segnatamente l’impiego della prospettiva per creare un altrove ‘onirico’, un mondo alternativo a quello reale che inizialmente si offre come sua prosecuzione ma che, dopo pochi istanti, rivela tutto il suo potere mesmerico e spiazzante, introducendoci in una dimensione alternativa rispetto a quella secolare. Non deve sembrare strana questa affermazione a ben vedere, dal momento che il tema dell’illusionismo, sin dal suo etimo – in, suffisso rafforzativo e ludere scherzare, da ludus gioco –, ci coinvolge in un rapporto dialettico con lo spazio anche se questo viene esercitato su dimensioni spesso titaniche (quelle della scala architettonica appunto) che si emancipano della bidimensionalità per approdare al mondo dell’esperienza fenomenica. Tra i molti tematismi che il lavoro scientifico del PRIN ha messo in luce, uno ha catturato l’attenzione di alcuni studiosi, qui riuniti a discuterne: quello dell’anamorfosi.
2019
978-88-255-2455-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/276723
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