Il saggio propone un’articolata riflessione sul tema del rilievo digitale e la relativa lettura critica dell’opera analizzata. L’intento è quello di sottolineare come, pur di fronte all’abbondanza degli strumenti attualmente disponibili per le operazioni di rilievo, la mancata capacità critica da parte dell’operatore può indurre in errori grossolani, nati dal fraintendimento della forma e capaci di generare modelli poco, o per niente, fedeli alla realtà. Questo gap interpretativo non può essere redento solo dall’utilizzo delle moderne e sofisticate strumentazioni per il prelievo delle misure ma dalla capacità critica dell’operatore di intuire e ‘ricostruire’ la forma analizzata nella sua essenza geometrica: lo scheletro portante della forma architettonica che, pur se celata nella sovrastruttura materica, ne regge e giustifica lo sviluppo nello spazio. Il caso studio proposto è quello della Certosa di San Lorenzo in Padula e, in particolare, dello scalone ‘Ellittico’ e della scala elicoidale di accesso alla biblioteca. Questi due elementi architettonici hanno attirato l’attenzione del lavoro di ricerca per la loro estrema complessità geometrico-formale. Le tre fasi principali del lavoro, ampiamente descritte nel saggio, sono: il rilievo prima, attraverso strumentazioni come il Laser Scanner 3D; la successiva analisi e interpretazione dei dati acquisiti e, infine, la costruzione di cloni digitali. In particolare, il progetto dello Scalone Ellittico, insieme a quello per le gallerie del piano superiore del Chiostro Grande, sono stati attribuiti a Gaetano Barba (1730-1806), noto architetto napoletano allievo del Vanvitelli, per la prima volta dal Morelli nel 1826, e i documenti recentemente ritrovati registrano negli anni tra il 1770 e il 1780 il rapporto tra l’autore e i Certosini di Padula. Lo Scalone della Certosa di Padula si presente è un’opera monumentale che travalica la semplice funzione pratica cui era ed è tuttora destinata: esso si impone come un maestoso e suggestivo elemento scenografico, testimonianza di una avviata tendenza verso il gusto neoclassico. la luce gioca un ruolo fondamentale: sapientemente filtrata dai sette grandi finestroni aperti sul paesaggio circostante, esalta le forme complesse che disegnano lo spazio dove il colore chiaro dei materiali accentua la monumentalità dell’opera quasi a volerne sottolineare la massività e l’imponenza fisica.

Il rilievo di sistemi architettonici complessi tra automatismi e verità geometriche : il caso studio della Certosa di San Lorenzo a Padula

D'Acunto, Giuseppe
2016-01-01

Abstract

Il saggio propone un’articolata riflessione sul tema del rilievo digitale e la relativa lettura critica dell’opera analizzata. L’intento è quello di sottolineare come, pur di fronte all’abbondanza degli strumenti attualmente disponibili per le operazioni di rilievo, la mancata capacità critica da parte dell’operatore può indurre in errori grossolani, nati dal fraintendimento della forma e capaci di generare modelli poco, o per niente, fedeli alla realtà. Questo gap interpretativo non può essere redento solo dall’utilizzo delle moderne e sofisticate strumentazioni per il prelievo delle misure ma dalla capacità critica dell’operatore di intuire e ‘ricostruire’ la forma analizzata nella sua essenza geometrica: lo scheletro portante della forma architettonica che, pur se celata nella sovrastruttura materica, ne regge e giustifica lo sviluppo nello spazio. Il caso studio proposto è quello della Certosa di San Lorenzo in Padula e, in particolare, dello scalone ‘Ellittico’ e della scala elicoidale di accesso alla biblioteca. Questi due elementi architettonici hanno attirato l’attenzione del lavoro di ricerca per la loro estrema complessità geometrico-formale. Le tre fasi principali del lavoro, ampiamente descritte nel saggio, sono: il rilievo prima, attraverso strumentazioni come il Laser Scanner 3D; la successiva analisi e interpretazione dei dati acquisiti e, infine, la costruzione di cloni digitali. In particolare, il progetto dello Scalone Ellittico, insieme a quello per le gallerie del piano superiore del Chiostro Grande, sono stati attribuiti a Gaetano Barba (1730-1806), noto architetto napoletano allievo del Vanvitelli, per la prima volta dal Morelli nel 1826, e i documenti recentemente ritrovati registrano negli anni tra il 1770 e il 1780 il rapporto tra l’autore e i Certosini di Padula. Lo Scalone della Certosa di Padula si presente è un’opera monumentale che travalica la semplice funzione pratica cui era ed è tuttora destinata: esso si impone come un maestoso e suggestivo elemento scenografico, testimonianza di una avviata tendenza verso il gusto neoclassico. la luce gioca un ruolo fondamentale: sapientemente filtrata dai sette grandi finestroni aperti sul paesaggio circostante, esalta le forme complesse che disegnano lo spazio dove il colore chiaro dei materiali accentua la monumentalità dell’opera quasi a volerne sottolineare la massività e l’imponenza fisica.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
contributo dacunto per friso.pdf

non disponibili

Descrizione: contributo dacunto
Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: DRM non definito
Dimensione 3.32 MB
Formato Adobe PDF
3.32 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/276754
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact