L'interpretazione dello spazio aperto oggi assegna un ruolo significativo alla rete multi-funzionale di suoli permeabili, che integrano spazi vegetati e superfici sensibili all’acqua con varie pratiche di coltivazione e di cura dei luoghi. La riflessione sulla strada urbana, sia come parte nevralgica di sistemi complessi, sia come luogo da riabitare mira ad una riqualificazione che possa salvaguardare e integrare il capitale naturale mediante una nuova infrastrutturazione capace di favorire stili di vita salutari. Negli ultimi anni le green/blue infrastructures, hanno assunto un ruolo determinante in quanto sistemi ramificati che connettono, qualificano e in alcuni casi innestano diversi ambiti di “natura” nel corpo costruito delle città. Nei casi di maggiore interesse è il paesaggio a essere riletto e riproposto in senso infrastrutturale per operare nelle pieghe dell’esistente e per riqualificare i luoghi abitati ricomponendo frammenti o riparando fratture. L'infrastrutturazione green si pone tra la struttura del paesaggio e quella della città. Non affronta la sola "esigenza di natura" nei contesti che l'hanno negata, ma è chiamata a rielaborare nella sua complessità quelle relazioni esistenti, negate o potenziali tra elementi e fenomeni diversi per riportare numerose componenti a configurare e integrare nuovi sistemi urbani in un diverso equilibrio tra natura e costruito. Negli ultimi venti anni si registrano diversi casi di conversione degli spazi configurati dalle cosiddette infrastrutture “grigie” in nuove infrastrutture verdi/blu. La dismissione di alcuni viadotti e la necessità di adeguare le infrastrutture di trasporto a nuove esigenze urbane di traffico e viabilità, stanno lasciando spazio a infrastrutture green che recuperano suoli e spazi già connotati da un loro ruolo infrastrutturale. In quei casi il progetto urbano trova una condizione privilegiata per reinterpretare il rapporto tra ambiente costruito e ambiente naturale.

L’infrastrutturazione urbana del benessere

Vanore, Margherita
2020-01-01

Abstract

L'interpretazione dello spazio aperto oggi assegna un ruolo significativo alla rete multi-funzionale di suoli permeabili, che integrano spazi vegetati e superfici sensibili all’acqua con varie pratiche di coltivazione e di cura dei luoghi. La riflessione sulla strada urbana, sia come parte nevralgica di sistemi complessi, sia come luogo da riabitare mira ad una riqualificazione che possa salvaguardare e integrare il capitale naturale mediante una nuova infrastrutturazione capace di favorire stili di vita salutari. Negli ultimi anni le green/blue infrastructures, hanno assunto un ruolo determinante in quanto sistemi ramificati che connettono, qualificano e in alcuni casi innestano diversi ambiti di “natura” nel corpo costruito delle città. Nei casi di maggiore interesse è il paesaggio a essere riletto e riproposto in senso infrastrutturale per operare nelle pieghe dell’esistente e per riqualificare i luoghi abitati ricomponendo frammenti o riparando fratture. L'infrastrutturazione green si pone tra la struttura del paesaggio e quella della città. Non affronta la sola "esigenza di natura" nei contesti che l'hanno negata, ma è chiamata a rielaborare nella sua complessità quelle relazioni esistenti, negate o potenziali tra elementi e fenomeni diversi per riportare numerose componenti a configurare e integrare nuovi sistemi urbani in un diverso equilibrio tra natura e costruito. Negli ultimi venti anni si registrano diversi casi di conversione degli spazi configurati dalle cosiddette infrastrutture “grigie” in nuove infrastrutture verdi/blu. La dismissione di alcuni viadotti e la necessità di adeguare le infrastrutture di trasporto a nuove esigenze urbane di traffico e viabilità, stanno lasciando spazio a infrastrutture green che recuperano suoli e spazi già connotati da un loro ruolo infrastrutturale. In quei casi il progetto urbano trova una condizione privilegiata per reinterpretare il rapporto tra ambiente costruito e ambiente naturale.
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