L’allestimento occupa la navata sud del chiostro dell’ex convento di Sant’Eustorgio a Milano, lunga 45 mt, larga 4,5 e alta 7, conclusa da una sequenza di volte a crociera illuminate da aperture tonde. L’area introduttiva è costituita da un dromos che ordina alcuni olii e testi: al centro un pendolo sospende nel vuoto un dipinto raffigurante il Re David e dall’altro lato una lamiera specchiante che riflette l’autoritratto degli Uffizi insieme ai visitatori, collegandoli idealmente con lo spazio espositivo successivo. All’interno di un’ideale “Arca” sono posizionate le 22 gouaches inedite sugli episodi della Bibbia eseguite negli anni ’30 e, allontanate su un piano anche temporale diverso, le successive acqueforti. A sezione pentagonale (richiamo al Pentateuco), il piccolo edificio, lungo 17 mt, alto 6, evoca le sinagoghe dei villaggi della Russia degli zar, luogo natio dell’artista. Le falde della copertura sono distanziate da un taglio, collegamento visivo e luminoso con le crociere del museo –“improvvisamente il soffitto s’apre….”–. In primo piano, sono posizionate le gouaches, inclinate come pagine di un libro, con i supporti delle didascalie come elementi di protezione rispetto alle opere; all’interno delle nicchie sono posizionate le incisioni, in modo che la fruizione sia individuale, secondo un’idea di prossimità tra opere e pubblico. Per evidenziare il rapporto tra opere e sculture, i supporti sono connessi alle pareti espositive da un pavimento di colore diverso, lo stesso delle nicchie a cui le sculture si riferiscono. La conclusione è articolata da uno spazio di pausa, quindi da un sistema di quinte, compresa una tenda che suggerisce una dimensione ancora da esplorare.

Allestimento della mostra "Chagall e la Bibbia. Inediti al Museo Diocesano" Milano

Guido Morpurgo;
2014-01-01

Abstract

L’allestimento occupa la navata sud del chiostro dell’ex convento di Sant’Eustorgio a Milano, lunga 45 mt, larga 4,5 e alta 7, conclusa da una sequenza di volte a crociera illuminate da aperture tonde. L’area introduttiva è costituita da un dromos che ordina alcuni olii e testi: al centro un pendolo sospende nel vuoto un dipinto raffigurante il Re David e dall’altro lato una lamiera specchiante che riflette l’autoritratto degli Uffizi insieme ai visitatori, collegandoli idealmente con lo spazio espositivo successivo. All’interno di un’ideale “Arca” sono posizionate le 22 gouaches inedite sugli episodi della Bibbia eseguite negli anni ’30 e, allontanate su un piano anche temporale diverso, le successive acqueforti. A sezione pentagonale (richiamo al Pentateuco), il piccolo edificio, lungo 17 mt, alto 6, evoca le sinagoghe dei villaggi della Russia degli zar, luogo natio dell’artista. Le falde della copertura sono distanziate da un taglio, collegamento visivo e luminoso con le crociere del museo –“improvvisamente il soffitto s’apre….”–. In primo piano, sono posizionate le gouaches, inclinate come pagine di un libro, con i supporti delle didascalie come elementi di protezione rispetto alle opere; all’interno delle nicchie sono posizionate le incisioni, in modo che la fruizione sia individuale, secondo un’idea di prossimità tra opere e pubblico. Per evidenziare il rapporto tra opere e sculture, i supporti sono connessi alle pareti espositive da un pavimento di colore diverso, lo stesso delle nicchie a cui le sculture si riferiscono. La conclusione è articolata da uno spazio di pausa, quindi da un sistema di quinte, compresa una tenda che suggerisce una dimensione ancora da esplorare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/300205
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