All’interno della ricerca PRIN “Gli interventi paesaggistico-ambientali nelle politiche regionali di sviluppo rurale” , Matelda Reho ha curato, con Gianluca Brunori e Francesco Marangon il volume dal titolo “La gestione del paesaggio rurale tra governo e governance territoriale”. Il volume considera il tema della interazione tra attori e strumenti nello sviluppo rurale, nelle concettualizzazioni del paesaggio, emergenti contemporaneamente nell’attuazione di politiche comunitarie e della Convenzione Europea del paesaggio. Ci si interroga sul ruolo che il paesaggio rurale possa assumere all’interno del nuovo scenario, come possa divenire fattore di competitività e di ri-organizzazione di contesti locali. La ricerca e il volume hanno potuto contare su competenze interdisciplinari, che hanno spesso messo in discussione alcune posizioni tradizionalmente accettate. E’ apparso con chiarezza che l’azione pubblica per il paesaggio non può limitarsi a pratiche di pianificazione, perché si perderebbero di vista tutte quelle trasformazioni che spesso sono prodotte dalla stessa azione pubblica, con altri piani o con politiche di settore. E’, d’altra parte, emerso il limite di alcuni strumenti: se rimane utile ricorrere a più tradizionali strumenti command control laddove la tutela e protezione del paesaggio sono improcrastinabili, in molti altri casi possono efficacemente essere impiegati strumenti di incentivazione, negoziali, ecc. più sperimentati in altri ambiti della costruzione di politiche. Il saggio specifico, “L’esperienza degli accordi agroambientali in Italia e in alcuni paesi europei, alla luce di fattori di contesto”, fa emergere l’innovazione insita in alcune recenti pratiche, insieme con i fattori che hanno creato un terreno fertile per un approccio di governance territoriale. Ne emerge un quadro più o meno maturo per l’implementazione delle misure comunitarie, che non sempre è stato però colto come opportunità. Se, inoltre, alcune “preesistenze”, la sedimentazione di pratiche di governance territoriale hanno contribuito alla crescita di attori più attenti alla tutela e valorizzazione del paesaggio rurale, rimangono comunque ancora piuttosto alti i costi di transazione legati all’attuazione degli accordi agroambientali, limitata la capacità di raggiungere un universo di imprese tanto ampio.

L’esperienza degli accordi agroambientali in Italia e in alcuni paesi europei, alla luce di fattori di contesto

REHO, MATELDA
2007-01-01

Abstract

All’interno della ricerca PRIN “Gli interventi paesaggistico-ambientali nelle politiche regionali di sviluppo rurale” , Matelda Reho ha curato, con Gianluca Brunori e Francesco Marangon il volume dal titolo “La gestione del paesaggio rurale tra governo e governance territoriale”. Il volume considera il tema della interazione tra attori e strumenti nello sviluppo rurale, nelle concettualizzazioni del paesaggio, emergenti contemporaneamente nell’attuazione di politiche comunitarie e della Convenzione Europea del paesaggio. Ci si interroga sul ruolo che il paesaggio rurale possa assumere all’interno del nuovo scenario, come possa divenire fattore di competitività e di ri-organizzazione di contesti locali. La ricerca e il volume hanno potuto contare su competenze interdisciplinari, che hanno spesso messo in discussione alcune posizioni tradizionalmente accettate. E’ apparso con chiarezza che l’azione pubblica per il paesaggio non può limitarsi a pratiche di pianificazione, perché si perderebbero di vista tutte quelle trasformazioni che spesso sono prodotte dalla stessa azione pubblica, con altri piani o con politiche di settore. E’, d’altra parte, emerso il limite di alcuni strumenti: se rimane utile ricorrere a più tradizionali strumenti command control laddove la tutela e protezione del paesaggio sono improcrastinabili, in molti altri casi possono efficacemente essere impiegati strumenti di incentivazione, negoziali, ecc. più sperimentati in altri ambiti della costruzione di politiche. Il saggio specifico, “L’esperienza degli accordi agroambientali in Italia e in alcuni paesi europei, alla luce di fattori di contesto”, fa emergere l’innovazione insita in alcune recenti pratiche, insieme con i fattori che hanno creato un terreno fertile per un approccio di governance territoriale. Ne emerge un quadro più o meno maturo per l’implementazione delle misure comunitarie, che non sempre è stato però colto come opportunità. Se, inoltre, alcune “preesistenze”, la sedimentazione di pratiche di governance territoriale hanno contribuito alla crescita di attori più attenti alla tutela e valorizzazione del paesaggio rurale, rimangono comunque ancora piuttosto alti i costi di transazione legati all’attuazione degli accordi agroambientali, limitata la capacità di raggiungere un universo di imprese tanto ampio.
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