Vorrei porre al centro della riflessione una questione centrale della costruzione della città contemporanea europea: la necessità di declinare il tema del housing sostenibile nell'area mediterranea, aprendo nuovi orizzonti , meno omologati e standardizzati. L’adesione ai nuovi sistemi integrati per rendere un’edificio ecocompatibile porta ad abbracciare una serie di soluzioni, prodotti industriali, tecnologie già confezionate che travalicano i limiti della loro origine trasportati in contesti geografici e culturali completamente diversi. E’ necessario avviare una riflessione sull’architettura dell’abitare che tenga conto delle diverse tradizioni e realtà socio-economiche e aiuti a riscoprire la pluralità di modi e di culture che caratterizzano il vivere dell’uomo contemporaneo e le diverse forme che lo spazio abitativo assume in relazione al carattere dei luoghi Coniugare il nuovo modo d’abitare con l’appartenenza all’area geografica e culturale che gravita intorno al bacino del Mediterraneo in cui risultano determinanti la risposta al clima e all’uso delle risorse locali porta a sperimentare soluzioni diverse, anche lontane dagli esempi più radicali di sostenibilità propri dei paesi economicamente più sviluppati. Non possiamo non ricordare insieme a Fathy che una civiltà si misura dal contributo di una determinata cultura, non per quello che prende a prestito da altre culture ma per come declina e interpreta alcuni motivi rispetto alle sue tradizioni. La specificità climatica indirizza verso la soluzione di alcuni problemi quali il surriscaldamento che non sono presenti in altre parti d’Europa, le minori risorse disponibili portano a declinare il tema in termini di low technologies, guidandoci alla ricerca di soluzioni meno spettacolari ma a basso costo e di scarso impatto ambientale. D’altra parte è stato proprio l’approccio all’architettura bioclimatica a riaccendere l’interesse per quelle architetture che hanno saputo mettere a punto una cultura architettonica che riconosce l’importanza di rispettare gli equilibri naturali, distorti dal mondo industrializzato dominato da un’assoluta fiducia nel progresso tecnologico.

Abitare il Mediterraneo. Il difficile equilibrio tra utilità e bellezza.

MONTINI ZIMOLO, PATRIZIA
2008-01-01

Abstract

Vorrei porre al centro della riflessione una questione centrale della costruzione della città contemporanea europea: la necessità di declinare il tema del housing sostenibile nell'area mediterranea, aprendo nuovi orizzonti , meno omologati e standardizzati. L’adesione ai nuovi sistemi integrati per rendere un’edificio ecocompatibile porta ad abbracciare una serie di soluzioni, prodotti industriali, tecnologie già confezionate che travalicano i limiti della loro origine trasportati in contesti geografici e culturali completamente diversi. E’ necessario avviare una riflessione sull’architettura dell’abitare che tenga conto delle diverse tradizioni e realtà socio-economiche e aiuti a riscoprire la pluralità di modi e di culture che caratterizzano il vivere dell’uomo contemporaneo e le diverse forme che lo spazio abitativo assume in relazione al carattere dei luoghi Coniugare il nuovo modo d’abitare con l’appartenenza all’area geografica e culturale che gravita intorno al bacino del Mediterraneo in cui risultano determinanti la risposta al clima e all’uso delle risorse locali porta a sperimentare soluzioni diverse, anche lontane dagli esempi più radicali di sostenibilità propri dei paesi economicamente più sviluppati. Non possiamo non ricordare insieme a Fathy che una civiltà si misura dal contributo di una determinata cultura, non per quello che prende a prestito da altre culture ma per come declina e interpreta alcuni motivi rispetto alle sue tradizioni. La specificità climatica indirizza verso la soluzione di alcuni problemi quali il surriscaldamento che non sono presenti in altre parti d’Europa, le minori risorse disponibili portano a declinare il tema in termini di low technologies, guidandoci alla ricerca di soluzioni meno spettacolari ma a basso costo e di scarso impatto ambientale. D’altra parte è stato proprio l’approccio all’architettura bioclimatica a riaccendere l’interesse per quelle architetture che hanno saputo mettere a punto una cultura architettonica che riconosce l’importanza di rispettare gli equilibri naturali, distorti dal mondo industrializzato dominato da un’assoluta fiducia nel progresso tecnologico.
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