Ogni cambiamento subentra a quello precedente infliggendogli il marchio del non più veritiero, cioè del falso, o quantomeno rappresentante una verità non più tale. Ogni certezza appare priva di costanza temporale, sostituita da quella che, nata dopo, cerca di soppiantarla volendo diventare una nuova certezza, anch’essa effimera. Qualsiasi scoperta scientifica (e non solo) costituisce una barriera da superare e da rendere falsa mediante una nuova, successiva scoperta. Analogamente ogni ragionamento intorno alla descrizione del contesto contemporaneo è, per definizione, caduco e scarsamente predisposto alla permanenza, in particolare in un’epoca come quella presente in cui l’accelerazione delle mutazioni tende a superare e sopraffare se stessa (pur non sapendo se realmente o solo in apparenza). Non fa eccezione a questa regola nemmeno la tecnologia (compresa quella specifica dell’edilizia o dell’architettura che dir si voglia), essendo quella che attualmente tende incessantemente a soverchiare se stessa, a perfezionarsi sempre di più, spingendosi al di là di ogni previsione. Conoscere come accostare, come scegliere e come combinare insieme tutti i materiali per ottenere un risultato congruente con le richieste del progetto non è operazione semplice, operazione che è delegata allo specialismo tecnologico. La Tecnologia dell’architettura, quindi, si occupa della realizzabilità dell’architettura interessandosi di chi fa cosa, perché lo fa, con chi lo fa e come lo fa, di quanto costa l’opera, quanto essa dura, come si mantiene, come impatta sull’ambiente e come si potrebbe riciclare. La Tecnologia dell’architettura, inoltre, è quella disciplina capace di fornire, oltre al corpo dottrinale relativo ai processi di trasformazione materiale, gli strumenti culturali per la realizzazione dell’espressività artistica di ogni opera di architettura.

Tecnologia dell'architettura: tra progetto e produzione artistica

ZENNARO, PIETRO
2007-01-01

Abstract

Ogni cambiamento subentra a quello precedente infliggendogli il marchio del non più veritiero, cioè del falso, o quantomeno rappresentante una verità non più tale. Ogni certezza appare priva di costanza temporale, sostituita da quella che, nata dopo, cerca di soppiantarla volendo diventare una nuova certezza, anch’essa effimera. Qualsiasi scoperta scientifica (e non solo) costituisce una barriera da superare e da rendere falsa mediante una nuova, successiva scoperta. Analogamente ogni ragionamento intorno alla descrizione del contesto contemporaneo è, per definizione, caduco e scarsamente predisposto alla permanenza, in particolare in un’epoca come quella presente in cui l’accelerazione delle mutazioni tende a superare e sopraffare se stessa (pur non sapendo se realmente o solo in apparenza). Non fa eccezione a questa regola nemmeno la tecnologia (compresa quella specifica dell’edilizia o dell’architettura che dir si voglia), essendo quella che attualmente tende incessantemente a soverchiare se stessa, a perfezionarsi sempre di più, spingendosi al di là di ogni previsione. Conoscere come accostare, come scegliere e come combinare insieme tutti i materiali per ottenere un risultato congruente con le richieste del progetto non è operazione semplice, operazione che è delegata allo specialismo tecnologico. La Tecnologia dell’architettura, quindi, si occupa della realizzabilità dell’architettura interessandosi di chi fa cosa, perché lo fa, con chi lo fa e come lo fa, di quanto costa l’opera, quanto essa dura, come si mantiene, come impatta sull’ambiente e come si potrebbe riciclare. La Tecnologia dell’architettura, inoltre, è quella disciplina capace di fornire, oltre al corpo dottrinale relativo ai processi di trasformazione materiale, gli strumenti culturali per la realizzazione dell’espressività artistica di ogni opera di architettura.
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