Il saggio intende presentare un'analisi del significato e delle origini del concetto di "cultura visuale", così come delle sue implicazioni per quanto riguarda lo statuto della visione. All'interno degli studi sulla cultura visuale, quest'ultima viene studiata non tanto come un processo naturale e sovrastorico, quanto come un processo dotato di una sua intrinseca storicità. Alla base dell'idea stessa di "cultura visuale" vi è infatti il presupposto che la visione sia un atto "culturale", vale a dire socialmente e tecnicamente determinato e quindi storicamente variabile. Le diverse posizioni sociali e ideologiche dello spettatore, così come l'eventuale presenza di media ottici che delimitano in modi diversi il campo del visibile, fanno sì che si possa parlare di visione solo in termini culturalmente e storicamente determinati. Questa tesi, che costituisce uno dei presupposti fondanti degli studi sulla cultura visuale, viene qui discussa a fronte delle obiezioni poste da autori contemporanei come Arthur Danto, David Bordwell e Noel Carroll che ritengono che non sia corretto parlare di storicità della visione e che nei loro studi fanno appello a una figura di spettatore intesa come figura invariabile, sovra-storica.

The Concept of Visual Culture and the Historicity of the Eye

SOMAINI, ANTONIO
2010-01-01

Abstract

Il saggio intende presentare un'analisi del significato e delle origini del concetto di "cultura visuale", così come delle sue implicazioni per quanto riguarda lo statuto della visione. All'interno degli studi sulla cultura visuale, quest'ultima viene studiata non tanto come un processo naturale e sovrastorico, quanto come un processo dotato di una sua intrinseca storicità. Alla base dell'idea stessa di "cultura visuale" vi è infatti il presupposto che la visione sia un atto "culturale", vale a dire socialmente e tecnicamente determinato e quindi storicamente variabile. Le diverse posizioni sociali e ideologiche dello spettatore, così come l'eventuale presenza di media ottici che delimitano in modi diversi il campo del visibile, fanno sì che si possa parlare di visione solo in termini culturalmente e storicamente determinati. Questa tesi, che costituisce uno dei presupposti fondanti degli studi sulla cultura visuale, viene qui discussa a fronte delle obiezioni poste da autori contemporanei come Arthur Danto, David Bordwell e Noel Carroll che ritengono che non sia corretto parlare di storicità della visione e che nei loro studi fanno appello a una figura di spettatore intesa come figura invariabile, sovra-storica.
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