Le infrastrutture della mobilità, nel loro autonomo articolarsi, individuano e spesso delimitano interi ambiti territoriali, connotando suoli interclusi, asserviti allo sviluppo di tracciati e svincoli, sottratti ad altri sistemi morfologici, funzionali e paesaggistici. Tale condizione appare legittimare anche la formazione di aree escluse da ogni relazione con le reti che le attraversano; confinate, piuttosto che servite, da condotti sempre più specializzati, che si affiancano l’un l’altro seguendo tracciati privi di ogni capacità nel riqualificare i luoghi da essi intercettati. Si determinano allora veri e propri confinamenti, che sembrano poter trovare risposta solo in successive azioni di “mitigazione” o “compensazione”. In Veneto, più che in altri luoghi, l’integrazione delle problematiche e delle proposte progettuali si confronta con la specificità di un suolo che è fortemente condizionato dalla rete delle acque. La sua complessa struttura idrogeologica impone, infatti, di interpretare le potenzialità di riqualificazione del territorio, offerte da una visione integrata delle sue necessità, tanto di adeguamento quanto di rinnovamento della rete stradale. Nei tre casi di Veneto City, della Camionabile lungo l’idrovia e del Vallone Moranzani, percorsi di ordine primario e secondario, in rapporto ai canali determinano o giustificano specificità insediative, particolari usi del suolo confinato e trasformazioni, che mostrano la necessità di saper interpretare come i caratteri del paesaggio rientrino nella configurazione di nuove strade, al fine di evitare che vaste aree vengano confinate per essere riconosciute, al pari delle stesse infrastrutture, come ambiti esonerati dal rispetto delle regole costitutive del territorio.

Confinamenti di strade e canali

VANORE, MARGHERITA
2012-01-01

Abstract

Le infrastrutture della mobilità, nel loro autonomo articolarsi, individuano e spesso delimitano interi ambiti territoriali, connotando suoli interclusi, asserviti allo sviluppo di tracciati e svincoli, sottratti ad altri sistemi morfologici, funzionali e paesaggistici. Tale condizione appare legittimare anche la formazione di aree escluse da ogni relazione con le reti che le attraversano; confinate, piuttosto che servite, da condotti sempre più specializzati, che si affiancano l’un l’altro seguendo tracciati privi di ogni capacità nel riqualificare i luoghi da essi intercettati. Si determinano allora veri e propri confinamenti, che sembrano poter trovare risposta solo in successive azioni di “mitigazione” o “compensazione”. In Veneto, più che in altri luoghi, l’integrazione delle problematiche e delle proposte progettuali si confronta con la specificità di un suolo che è fortemente condizionato dalla rete delle acque. La sua complessa struttura idrogeologica impone, infatti, di interpretare le potenzialità di riqualificazione del territorio, offerte da una visione integrata delle sue necessità, tanto di adeguamento quanto di rinnovamento della rete stradale. Nei tre casi di Veneto City, della Camionabile lungo l’idrovia e del Vallone Moranzani, percorsi di ordine primario e secondario, in rapporto ai canali determinano o giustificano specificità insediative, particolari usi del suolo confinato e trasformazioni, che mostrano la necessità di saper interpretare come i caratteri del paesaggio rientrino nella configurazione di nuove strade, al fine di evitare che vaste aree vengano confinate per essere riconosciute, al pari delle stesse infrastrutture, come ambiti esonerati dal rispetto delle regole costitutive del territorio.
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