Tale contributo illustra - e riporta nella dimensione del libro - una riflessione che si è svolta primariamente in forma di installazione nel Padiglione Italiano della 11. Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (14 settembre – 23 novembre 2008), in quanto elemento della mostra “L’Italia cerca casa / Housing Italy” di cui Lupano è stato co-curatore insieme a F. Garofalo nonché responsabile del concept espositivo. Tale installazione costituisce un ragionamento svolto attraverso il medium dell’atlante, e rivendica una scrittura che si confronta con le insidie delle associazioni visuali e delle risonanze che tali associazioni possono innescare. In questo caso l’atlante accosta forme e visioni, reperti di una cultura progettuale che in Italia, tra il 1930 e 1980, si è dedicata ai temi dell'abitare e della casa collettiva. L'atlante si fonda su una ossessiva attenzione alla forza delle immagini e dispiega i materiali con l’intenzione di rendere palese la complessità di un pensiero figurato. Lavora nella logica della frammentazione del passato e apre alla sua ricomposizione creativa. Gli spunti sottintesi alle relazioni fra le icone non necessariamente sono assimilabili alla struttura e al percorso logico di un saggio, rappresentano ipotesi, tracce. Tale contributo è stato scelto perché rappresenta una forma di scrittura sperimentale che ridiscutere le modalità attraverso le quali si manifesta il lavoro storiografico quando si confronta con le urgenze della cultura progettuale contemporanea.

Atlante. Casa collettiva e abitare moderno 1939-1980/ Atlas Collective Housing and Modern Living 1930-1980

LUPANO, MARIO
2008-01-01

Abstract

Tale contributo illustra - e riporta nella dimensione del libro - una riflessione che si è svolta primariamente in forma di installazione nel Padiglione Italiano della 11. Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (14 settembre – 23 novembre 2008), in quanto elemento della mostra “L’Italia cerca casa / Housing Italy” di cui Lupano è stato co-curatore insieme a F. Garofalo nonché responsabile del concept espositivo. Tale installazione costituisce un ragionamento svolto attraverso il medium dell’atlante, e rivendica una scrittura che si confronta con le insidie delle associazioni visuali e delle risonanze che tali associazioni possono innescare. In questo caso l’atlante accosta forme e visioni, reperti di una cultura progettuale che in Italia, tra il 1930 e 1980, si è dedicata ai temi dell'abitare e della casa collettiva. L'atlante si fonda su una ossessiva attenzione alla forza delle immagini e dispiega i materiali con l’intenzione di rendere palese la complessità di un pensiero figurato. Lavora nella logica della frammentazione del passato e apre alla sua ricomposizione creativa. Gli spunti sottintesi alle relazioni fra le icone non necessariamente sono assimilabili alla struttura e al percorso logico di un saggio, rappresentano ipotesi, tracce. Tale contributo è stato scelto perché rappresenta una forma di scrittura sperimentale che ridiscutere le modalità attraverso le quali si manifesta il lavoro storiografico quando si confronta con le urgenze della cultura progettuale contemporanea.
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