L'articolo presenta in modo sintetico l'intervento al convegno internazionale dedicato al libro di Aldo Rossi "L'architettura della città" a 45 anni dalla pubblicazione. Il convegno si è tenuto presso l'Università IUAV di Venezia il 26-28 ottobre 2011; l'intervento è collocato nella sessione "Il contesto culturale alle origini di 'L'Architettura della città' ". Abstract. Nel tracciare il bilancio di congedo ("Continuità o discontinuità?", 294/5), Rogers (ENR) antepone agli altri redattori Tentori e Rossi (AR), entrambi essenziali nell’evoluzione della “seconda” «Casabella-Continuità» («C-C», 199-222; 223-294/5) in strumento di costruzione dell’identità dell’architettura italiana. Mentre Tentori, “penna analitica” di ENR, e gli altri redattori sondano le molte orbite tematiche della rivista, AR svolge un itinerario sempre più mirato e personale, riconoscendo nella lezione di alcuni maestri dell’Altro Moderno (Loos, Behrens, ma anche Antonelli, il giovane Ungers…) la tradizione del classico di cui rilegge molte pagine (Boullée, Illuminismo, Neoclassicismo milanese...), ma soprattutto nei fatti urbani e nel monumento i fondamenti dell’architettura e nella città la ragione stessa dell'architettura. Ricerca intrecciata, ma assai distinta rispetto a Gregotti, Canella, Aymonino, Semerani…, svolta in dialettica con Rogers, che l’addita a strumento di comprensione della tradizione del moderno (ad es., ENR, «C-C» 289) e della sua chiarificazione nella polemica con Banham («C-C» 228, 1959). E AR riconosce a ENR – «che non si è mai richiuso davanti agli aspetti più problematici dell’architettura» (1968) – di rappresentare la cultura europea più avanzata (1961). In «C-C» AR appare per la prima volta nel 1955 (206) dove, a fronte della continuità con il Movimento Moderno proposta da ENR (ad es. "La tradizione dell’architettura moderna italiana", «C-C» 206), dà impulso con i “giovani delle colonne” alla revisione italiana dei CIAM e del MM: inizia qui il percorso di AR, e dell’architettura italiana e internazionale, che avrà tappa fondamentale in "L’Architettura della città" (L’AdC). Presente soprattutto nella riflessione sulla città (saggi su Vienna, Berlino, Amburgo, Inghilterra..., periferie, città-giardino, abitazione…, tipologia edilizia/morfologia urbana…) e sulla storia, AR (nel Centro studi dal 221, 1958; nella redazione dal 247, 1961 all’ultimo n. 294-5, 1964) traccia dalle pagine di «C-C» il primo incisivo lineamento della propria ricerca, attingendo dalla vasta rete di temi e relazioni alimentate dalla chiara tendenza e vasta apertura volute da ENR e dalla redazione i molti indirizzi, cui offrirà in L’AdC sintesi inedita e individuale. Di AR «C-C» pubblica i più significativi tra i primi progetti (il Monumento a Cuneo in copertina, 276) e più di 20 scritti, molti poi raccolti in "Scritti scelti sull’architettura e la città" (1975), che lega in continuità i testi per «C-C» con quelli successivi, ora riferiti soprattutto all’analisi urbana, in particolare quelli stesi in parallelo a L’AdC. Il saggio riflette sugli scritti di AR per «C-C» come percorso verso L’AdC e sulla dialettica tra AR, ENR e la redazione di «C-C», evidenziando gli aspetti di continuità e discontinuità del pensiero di AR rispetto a ENR in particolare sui temi fondamentali nella loro teoria: in sintesi, il percorso dalle “preesistenze ambientali” all’”architettura della città”.

Da "giovane delle colonne" a "L'architettura della città"

MAFFIOLETTI, SERENA
2014-01-01

Abstract

L'articolo presenta in modo sintetico l'intervento al convegno internazionale dedicato al libro di Aldo Rossi "L'architettura della città" a 45 anni dalla pubblicazione. Il convegno si è tenuto presso l'Università IUAV di Venezia il 26-28 ottobre 2011; l'intervento è collocato nella sessione "Il contesto culturale alle origini di 'L'Architettura della città' ". Abstract. Nel tracciare il bilancio di congedo ("Continuità o discontinuità?", 294/5), Rogers (ENR) antepone agli altri redattori Tentori e Rossi (AR), entrambi essenziali nell’evoluzione della “seconda” «Casabella-Continuità» («C-C», 199-222; 223-294/5) in strumento di costruzione dell’identità dell’architettura italiana. Mentre Tentori, “penna analitica” di ENR, e gli altri redattori sondano le molte orbite tematiche della rivista, AR svolge un itinerario sempre più mirato e personale, riconoscendo nella lezione di alcuni maestri dell’Altro Moderno (Loos, Behrens, ma anche Antonelli, il giovane Ungers…) la tradizione del classico di cui rilegge molte pagine (Boullée, Illuminismo, Neoclassicismo milanese...), ma soprattutto nei fatti urbani e nel monumento i fondamenti dell’architettura e nella città la ragione stessa dell'architettura. Ricerca intrecciata, ma assai distinta rispetto a Gregotti, Canella, Aymonino, Semerani…, svolta in dialettica con Rogers, che l’addita a strumento di comprensione della tradizione del moderno (ad es., ENR, «C-C» 289) e della sua chiarificazione nella polemica con Banham («C-C» 228, 1959). E AR riconosce a ENR – «che non si è mai richiuso davanti agli aspetti più problematici dell’architettura» (1968) – di rappresentare la cultura europea più avanzata (1961). In «C-C» AR appare per la prima volta nel 1955 (206) dove, a fronte della continuità con il Movimento Moderno proposta da ENR (ad es. "La tradizione dell’architettura moderna italiana", «C-C» 206), dà impulso con i “giovani delle colonne” alla revisione italiana dei CIAM e del MM: inizia qui il percorso di AR, e dell’architettura italiana e internazionale, che avrà tappa fondamentale in "L’Architettura della città" (L’AdC). Presente soprattutto nella riflessione sulla città (saggi su Vienna, Berlino, Amburgo, Inghilterra..., periferie, città-giardino, abitazione…, tipologia edilizia/morfologia urbana…) e sulla storia, AR (nel Centro studi dal 221, 1958; nella redazione dal 247, 1961 all’ultimo n. 294-5, 1964) traccia dalle pagine di «C-C» il primo incisivo lineamento della propria ricerca, attingendo dalla vasta rete di temi e relazioni alimentate dalla chiara tendenza e vasta apertura volute da ENR e dalla redazione i molti indirizzi, cui offrirà in L’AdC sintesi inedita e individuale. Di AR «C-C» pubblica i più significativi tra i primi progetti (il Monumento a Cuneo in copertina, 276) e più di 20 scritti, molti poi raccolti in "Scritti scelti sull’architettura e la città" (1975), che lega in continuità i testi per «C-C» con quelli successivi, ora riferiti soprattutto all’analisi urbana, in particolare quelli stesi in parallelo a L’AdC. Il saggio riflette sugli scritti di AR per «C-C» come percorso verso L’AdC e sulla dialettica tra AR, ENR e la redazione di «C-C», evidenziando gli aspetti di continuità e discontinuità del pensiero di AR rispetto a ENR in particolare sui temi fondamentali nella loro teoria: in sintesi, il percorso dalle “preesistenze ambientali” all’”architettura della città”.
2014
978-88-7115-851-8
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