Il capitolo “Children of Pleasure: Oscar Wilde and Italian Decadents” fa parte del volume The Reception of Oscar Wilde in Europe (Continuum, 2010), a sua volta incluso nel progetto editoriale The Reception of British and Irish Authors in Europe, che ha come General Editor la prof.ssa Elinor Shaffer e, a partire dal 2003, ha prodotto diversi studi nell’ambito dei reception studies. Il saggio indaga la ricezione di Oscar Wilde nella cultura italiana di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento analizzando l’incidenza dello scrittore nelle poetiche di Gabriele D’Annunzio e di figure con le quali D’Annunzio instaurò dialoghi estetici nel corso della sua lunga carriera letteraria (tra gli altri: Giulio Aristide Sartorio, Francesco Paolo Michetti, Angelo Conti, Ugo Ojetti, Filippo Tommaso Marinetti, Ardengo Soffici, Filippo de Pisis, James Joyce, Emilio Cecchi e Mario Praz). Approfondendo la fortuna che Wilde incontrò presso gli esteti e decadenti italiani, come presso le avanguardie, fino a giungere alle soglie della seconda guerra mondiale, con una particolare attenzione alla complessa risposta che all’opera wildiana si diede nel ventennio fascista, lo studio offre anche un più ampio spaccato delle influenze della cultura tardo-vittoriana e dell’Aesthetic Movement in Italia. Nella parte conclusiva, il saggio riflette sulla riscoperta di Wilde a partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento, quando una nuova generazione di anglisti italiani formatisi sulle opere di critici di ascendenza dannunziana, come Cecchi e Praz, pubblicò studi che superavano la critica impressionistica tipica della prima, lunga stagione della ricezione del tardo-vittorianesimo in Italia.

“‘Children of Pleasure’: Oscar Wilde and Italian Decadents”

BIZZOTTO, ELISA
2010-01-01

Abstract

Il capitolo “Children of Pleasure: Oscar Wilde and Italian Decadents” fa parte del volume The Reception of Oscar Wilde in Europe (Continuum, 2010), a sua volta incluso nel progetto editoriale The Reception of British and Irish Authors in Europe, che ha come General Editor la prof.ssa Elinor Shaffer e, a partire dal 2003, ha prodotto diversi studi nell’ambito dei reception studies. Il saggio indaga la ricezione di Oscar Wilde nella cultura italiana di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento analizzando l’incidenza dello scrittore nelle poetiche di Gabriele D’Annunzio e di figure con le quali D’Annunzio instaurò dialoghi estetici nel corso della sua lunga carriera letteraria (tra gli altri: Giulio Aristide Sartorio, Francesco Paolo Michetti, Angelo Conti, Ugo Ojetti, Filippo Tommaso Marinetti, Ardengo Soffici, Filippo de Pisis, James Joyce, Emilio Cecchi e Mario Praz). Approfondendo la fortuna che Wilde incontrò presso gli esteti e decadenti italiani, come presso le avanguardie, fino a giungere alle soglie della seconda guerra mondiale, con una particolare attenzione alla complessa risposta che all’opera wildiana si diede nel ventennio fascista, lo studio offre anche un più ampio spaccato delle influenze della cultura tardo-vittoriana e dell’Aesthetic Movement in Italia. Nella parte conclusiva, il saggio riflette sulla riscoperta di Wilde a partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento, quando una nuova generazione di anglisti italiani formatisi sulle opere di critici di ascendenza dannunziana, come Cecchi e Praz, pubblicò studi che superavano la critica impressionistica tipica della prima, lunga stagione della ricezione del tardo-vittorianesimo in Italia.
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