Le scuole d’arte dell’Avana restano un affascinante enigma: slanci ideali, contraddizioni politiche, esperimenti sociali, fenomeni propagandistici e vicende umane e intellettuali si intrecciano in una storia difficile da ricostruire. L’autrice è riuscita ad entrare in contatto con i tre progettisti, con i quali ha dialogato a lungo, ed ha raccolto testimonianze ed opinioni, non sempre coincidenti; si è avviata così una vera e propria indagine che ha richiesto, attraverso continui rimandi, una ricerca appassionata e puntigliosa. Il risultato è una microstoria costruita per tasselli che ricompongono un mosaico variegato e, spesso, sorprendente, restituendo un senso più ampio ad un fenomeno architettonico considerato, dalla storiografia ufficiale, con sufficienza se non con imbarazzo. Nel corso della narrazione, ché di un racconto si tratta, si sviluppano i vari temi che, difficilmente separabili in quanto sovrapposti e sfumati, appaiono qui individuati con chiarezza: la lettura dell’opera consente ora, distanza di quasi cinquanta anni, di cogliere il valore emblematico di una esperienza architettonica e politica unica nel panorama storico contemporaneo, facendo luce su episodi collaterali, o su connessioni sfuggenti. Il quadro che si compone descrive il clima di un ambiente intellettuale e politico che appare oggi irrimediabilmente lontano, così irrazionale ed emotivo, ma anche così fervido, ricco di energia, quasi proiettato in una dimensione epica. Le scuole dell’Avana, oggi, dopo una prolungata rimozione di quello che venne considerato un tentativo utopico interrotto, tornano ad acquistare per Cuba un significato simbolico; una mobilitazione intellettuale internazionale ha imposto una riflessione sull’intera vicenda spingendo il governo ad una sorta di pubblica riabilitazione. Questo libro ci dimostra quanto possa essere imprevedibile la Storia con le sue intermittenze ed i suoi ricorsi: potremmo dire che le scuole dell’Avana attendono un lieto fine, se non sapessimo che i meandri del futuro non sono meno labrintici di quelli del passato.

Il riscatto del progetto. Vittorio Garatti e l'Ena dell'Avana

GIANI, ESTHER
2007-01-01

Abstract

Le scuole d’arte dell’Avana restano un affascinante enigma: slanci ideali, contraddizioni politiche, esperimenti sociali, fenomeni propagandistici e vicende umane e intellettuali si intrecciano in una storia difficile da ricostruire. L’autrice è riuscita ad entrare in contatto con i tre progettisti, con i quali ha dialogato a lungo, ed ha raccolto testimonianze ed opinioni, non sempre coincidenti; si è avviata così una vera e propria indagine che ha richiesto, attraverso continui rimandi, una ricerca appassionata e puntigliosa. Il risultato è una microstoria costruita per tasselli che ricompongono un mosaico variegato e, spesso, sorprendente, restituendo un senso più ampio ad un fenomeno architettonico considerato, dalla storiografia ufficiale, con sufficienza se non con imbarazzo. Nel corso della narrazione, ché di un racconto si tratta, si sviluppano i vari temi che, difficilmente separabili in quanto sovrapposti e sfumati, appaiono qui individuati con chiarezza: la lettura dell’opera consente ora, distanza di quasi cinquanta anni, di cogliere il valore emblematico di una esperienza architettonica e politica unica nel panorama storico contemporaneo, facendo luce su episodi collaterali, o su connessioni sfuggenti. Il quadro che si compone descrive il clima di un ambiente intellettuale e politico che appare oggi irrimediabilmente lontano, così irrazionale ed emotivo, ma anche così fervido, ricco di energia, quasi proiettato in una dimensione epica. Le scuole dell’Avana, oggi, dopo una prolungata rimozione di quello che venne considerato un tentativo utopico interrotto, tornano ad acquistare per Cuba un significato simbolico; una mobilitazione intellettuale internazionale ha imposto una riflessione sull’intera vicenda spingendo il governo ad una sorta di pubblica riabilitazione. Questo libro ci dimostra quanto possa essere imprevedibile la Storia con le sue intermittenze ed i suoi ricorsi: potremmo dire che le scuole dell’Avana attendono un lieto fine, se non sapessimo che i meandri del futuro non sono meno labrintici di quelli del passato.
2007
9788860490407
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