La presenza di edifici industriali poco isolati è una caratteristica costante nel panorama delle zone industriali italiane: a causa delle limitate esigenze di controllo ambientale al loro interno, e la pressoché totale assenza di prescrizioni tese al contenimento dei consumi di energia tali edifici risultano estremamente energivori. Tuttavia la crescente sensibilità a problemi di risparmio energetico ha fatto sì che in diversi si siano attivati con operazioni di retrofit allo scopo di contenere le dispersioni e migliorare la propria bolletta energetica. Tali interventi di “efficientizzazione” hanno spesso avuto come oggetto le coperture data la loro elevata incidenza percentuale sull’estensione totale dell’involucro. Il materiale isolante risulta in questo caso sensibilmente esposto all’azione climatica esterna. Lo strato impermeabile di copertura è infatti spesso formato da guaine bituminose in grado di assorbire una notevole quantità della radiazione solare incidente sottoponendo tutto il pacchetto di copertura a sollecitazioni termiche particolarmente elevate e tali da comprometterne la durabilità, a fronte di specifiche di progetto insufficienti o inadeguate. A partire da queste considerazioni l'associazione europea dei produttori di poliuretano (BING) ha promosso uno studio teorico e sperimentale volto alla verifica delle temperature in opera di strutture particolarmente semplici e sottoposte alla sollecitazione causata dalle sollecitazioni climatiche tipiche della penisola italiana. Il presente lavoro tratta delle analisi teoriche e del monitoraggio realizzato utilizzando come caso studio un capannone della zona industriale di Padova.

Valutazione teorica e sperimentale delle temperature superficiali e di interfaccia di tetti piani isolati

PERON, FABIO;CAPPELLETTI, FRANCESCA;ROMAGNONI, PIERCARLO
2007-01-01

Abstract

La presenza di edifici industriali poco isolati è una caratteristica costante nel panorama delle zone industriali italiane: a causa delle limitate esigenze di controllo ambientale al loro interno, e la pressoché totale assenza di prescrizioni tese al contenimento dei consumi di energia tali edifici risultano estremamente energivori. Tuttavia la crescente sensibilità a problemi di risparmio energetico ha fatto sì che in diversi si siano attivati con operazioni di retrofit allo scopo di contenere le dispersioni e migliorare la propria bolletta energetica. Tali interventi di “efficientizzazione” hanno spesso avuto come oggetto le coperture data la loro elevata incidenza percentuale sull’estensione totale dell’involucro. Il materiale isolante risulta in questo caso sensibilmente esposto all’azione climatica esterna. Lo strato impermeabile di copertura è infatti spesso formato da guaine bituminose in grado di assorbire una notevole quantità della radiazione solare incidente sottoponendo tutto il pacchetto di copertura a sollecitazioni termiche particolarmente elevate e tali da comprometterne la durabilità, a fronte di specifiche di progetto insufficienti o inadeguate. A partire da queste considerazioni l'associazione europea dei produttori di poliuretano (BING) ha promosso uno studio teorico e sperimentale volto alla verifica delle temperature in opera di strutture particolarmente semplici e sottoposte alla sollecitazione causata dalle sollecitazioni climatiche tipiche della penisola italiana. Il presente lavoro tratta delle analisi teoriche e del monitoraggio realizzato utilizzando come caso studio un capannone della zona industriale di Padova.
2007
9788887998771
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