Il contributo è il testo della conferenza fatta in occasione del convegno/seminario internazionale svoltosi a Guimar (Tenerife) nel giugno 2006. In quella occasione si mettevano a confronto i progetti elaborati da gruppi diversi di università europee sul tema della riprogettazione di una estesa area di cave per l’estrazione di inerti per l’edilizia, situate nel Barranco de Badajoz de Güímar. Il nostro progetto di trasformazione ha proposto strategie che rispondevano a criteri di concentrazione e densificazione, le uniche che, a nostro parere, consentissero di pianificare uno sviluppo sostenibile dell’area di scavo, capaci di garantire uno sfruttamento razionale delle risorse esistenti, evitando la loro compromissione totale. Adottare una strategia di concentrazione significava limitare le trasformazioni a poche aree, quattro, con interventi di dimensioni tali da sostenere e commentare le diverse misure degli elementi che strutturano il territorio e, al contempo, salvaguardare ampie zone non ancora compromesse dagli scavi e “restaurare” alcune parti dell’area utilizzando i materiali di scarto delle future escavazioni. Attraverso la strategia della densificazione si è operato affinché le quattro nuove aree di scavo fossero altrettante occasioni di infrastrutturazione dell’intera area, occupando parti del territorio le più ridotte possibili, a fronte delle quantità di materiale da estrarre, previsto nei successivi venti anni. Quattro luoghi che potessero rapresentare altrettante opportunità per dotare il territorio di nuove attrezzature: per il tempo libero, per la realizzazione di attrezzature sportive di alto rango, di aree per laboratori per la ricerca scientifica ed infine anche aree dove concentrare quantità di edilizia residenziale e turistica e di servizi ad essa collegati. Por un lado el grande bloque constituído del pasado: los ciclópicos y remotos movimientos telúricos que en eras lejanas dieron forma y vida a la entera isla de Tenerife; que constituyeron el enorme plano inclinado de la Ladera de Güímar, los profundos canales làvicos de basalto que desemboca en el océano, y que recientes fenómenos naturales llenaron de material inerte, en alto sobre el dorso montañoso de la isla el pico Cho Marcial y el monte de las Arenas, y en los dias límpidos sobre el fondo, inmenso, el Teide. Por el otro lado la grande incógnita del futuro, y la determinada voluntad de una comunidad que nos pide de diseñar aquello que dentro de veinte años será el orden de su territorio, de sus ciudades. Esto nos ofrece una extraordinaria oportunidad de reflexión sobre las posibilidades de transformación de la naturaleza de los lugares, de como con el paso del tiempo lo han poblado, recorrido, cultivado, explotado, usando ciertas veces maneras violentas, como cuando exportaban grandes cantidades de tierra para poder construir otras ciudades. Un trabajo titánico y momumental. Lo que nos piden con el proyecto del barranco de Badajoz de Güímar, es de remodelar el territorio, que entendido como artificio de un material complejo que la arquitectura está en grado de operar; esto nos consiente de determinar nuevas geografias, nuevos lugares en los cuales el hombre pueda vivir y progresar. Un territorio que como resultado del operado de la comunidad en el paisaje, contiene ya la naturaleza como proyecto de transformación. Dar forma a las aspectativas que una comunidad ha relevado através de conversaziones, palabras, instrumentos, objetos necesarios para el uso del territorio, de su inevitable explotación y cambio. Dar forma a una proyección, imaginando el futuro e construyendo el proyecto considerando lo que sirve para realizarlo.

El enigma del lugar

ROCCHETTO, STEFANO;
2007-01-01

Abstract

Il contributo è il testo della conferenza fatta in occasione del convegno/seminario internazionale svoltosi a Guimar (Tenerife) nel giugno 2006. In quella occasione si mettevano a confronto i progetti elaborati da gruppi diversi di università europee sul tema della riprogettazione di una estesa area di cave per l’estrazione di inerti per l’edilizia, situate nel Barranco de Badajoz de Güímar. Il nostro progetto di trasformazione ha proposto strategie che rispondevano a criteri di concentrazione e densificazione, le uniche che, a nostro parere, consentissero di pianificare uno sviluppo sostenibile dell’area di scavo, capaci di garantire uno sfruttamento razionale delle risorse esistenti, evitando la loro compromissione totale. Adottare una strategia di concentrazione significava limitare le trasformazioni a poche aree, quattro, con interventi di dimensioni tali da sostenere e commentare le diverse misure degli elementi che strutturano il territorio e, al contempo, salvaguardare ampie zone non ancora compromesse dagli scavi e “restaurare” alcune parti dell’area utilizzando i materiali di scarto delle future escavazioni. Attraverso la strategia della densificazione si è operato affinché le quattro nuove aree di scavo fossero altrettante occasioni di infrastrutturazione dell’intera area, occupando parti del territorio le più ridotte possibili, a fronte delle quantità di materiale da estrarre, previsto nei successivi venti anni. Quattro luoghi che potessero rapresentare altrettante opportunità per dotare il territorio di nuove attrezzature: per il tempo libero, per la realizzazione di attrezzature sportive di alto rango, di aree per laboratori per la ricerca scientifica ed infine anche aree dove concentrare quantità di edilizia residenziale e turistica e di servizi ad essa collegati. Por un lado el grande bloque constituído del pasado: los ciclópicos y remotos movimientos telúricos que en eras lejanas dieron forma y vida a la entera isla de Tenerife; que constituyeron el enorme plano inclinado de la Ladera de Güímar, los profundos canales làvicos de basalto que desemboca en el océano, y que recientes fenómenos naturales llenaron de material inerte, en alto sobre el dorso montañoso de la isla el pico Cho Marcial y el monte de las Arenas, y en los dias límpidos sobre el fondo, inmenso, el Teide. Por el otro lado la grande incógnita del futuro, y la determinada voluntad de una comunidad que nos pide de diseñar aquello que dentro de veinte años será el orden de su territorio, de sus ciudades. Esto nos ofrece una extraordinaria oportunidad de reflexión sobre las posibilidades de transformación de la naturaleza de los lugares, de como con el paso del tiempo lo han poblado, recorrido, cultivado, explotado, usando ciertas veces maneras violentas, como cuando exportaban grandes cantidades de tierra para poder construir otras ciudades. Un trabajo titánico y momumental. Lo que nos piden con el proyecto del barranco de Badajoz de Güímar, es de remodelar el territorio, que entendido como artificio de un material complejo que la arquitectura está en grado de operar; esto nos consiente de determinar nuevas geografias, nuevos lugares en los cuales el hombre pueda vivir y progresar. Un territorio que como resultado del operado de la comunidad en el paisaje, contiene ya la naturaleza como proyecto de transformación. Dar forma a las aspectativas que una comunidad ha relevado através de conversaziones, palabras, instrumentos, objetos necesarios para el uso del territorio, de su inevitable explotación y cambio. Dar forma a una proyección, imaginando el futuro e construyendo el proyecto considerando lo que sirve para realizarlo.
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