Come è noto, l’architetto rappresentatore utilizza un codice teorico-grafico le cui fondamenta, di evidente discendenza platonica, tentano di organizzare il e dare un senso al reale. Forse lo strumento più potente che gli è toccato in sorte per tradurre il mondo esistente in un modello denso e polisemico e per prefigurare quello a venire, in modo convincente e creativo, è proprio quello fornitogli dalla geometria descrittiva. Oggi il contesto in cui il disegnatore opera è violentemente cambiato e la "geometria", nell’immagine digitale, sembra aver perso memoria della sua origine proiettiva. Due loci – uno legato alla tradizione del taglio delle pietre, l’altro alle esperienze dell’arte contemporanea - sembrano poter far riemergere, in modo inedito, "le figure delle dimostrazione" associate alla geometria descrittiva

Il cardine proiettivo: filogenesi e ontogenesi per una nuova geometria descrittiva

DE ROSA, AGOSTINO
2012-01-01

Abstract

Come è noto, l’architetto rappresentatore utilizza un codice teorico-grafico le cui fondamenta, di evidente discendenza platonica, tentano di organizzare il e dare un senso al reale. Forse lo strumento più potente che gli è toccato in sorte per tradurre il mondo esistente in un modello denso e polisemico e per prefigurare quello a venire, in modo convincente e creativo, è proprio quello fornitogli dalla geometria descrittiva. Oggi il contesto in cui il disegnatore opera è violentemente cambiato e la "geometria", nell’immagine digitale, sembra aver perso memoria della sua origine proiettiva. Due loci – uno legato alla tradizione del taglio delle pietre, l’altro alle esperienze dell’arte contemporanea - sembrano poter far riemergere, in modo inedito, "le figure delle dimostrazione" associate alla geometria descrittiva
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