Come spesso accade nella storia dell’architettura del XX secolo, è stato Le Corbusier, con un suo progetto minore -il monumento a Vaillant Couturier a Villejuif del 1937-, il primo a tentare di svincolare lo spazio infrastrutturale dalla sua funzione specifiche disegnando uno spazio d’incontro senza destinazioni particolari all’incrocio di due strade nazionali nella area urbana dell’Ile de France, mentre Mies, con il suo progetto ad Alexanderplatz del 1928 (e trent’anni più tardi, con il newyorkese Seagram Building), arretrando gli edifici dal filo stradale, disegna, senza precisarlo ulteriormente, il primo spazio a disposizione del pubblico legato in maniera biunivoca alla forma e al tracciato dell’infrastruttura. L’incontro/collisione tra tracciato stradale e architettura, si è sempre risolto a favore del primo: inteso come elemento di permanenza nella forma della città, ogni volta ha obbligato l’architettura, considerata alla stregua di mero accadimento, e quindi malleabile e modificabile, a dei tour de force tipologici, delle vere e proprie stranezze costruttive.

In mezzo a una strada

AYMONINO, ALDO
2012-01-01

Abstract

Come spesso accade nella storia dell’architettura del XX secolo, è stato Le Corbusier, con un suo progetto minore -il monumento a Vaillant Couturier a Villejuif del 1937-, il primo a tentare di svincolare lo spazio infrastrutturale dalla sua funzione specifiche disegnando uno spazio d’incontro senza destinazioni particolari all’incrocio di due strade nazionali nella area urbana dell’Ile de France, mentre Mies, con il suo progetto ad Alexanderplatz del 1928 (e trent’anni più tardi, con il newyorkese Seagram Building), arretrando gli edifici dal filo stradale, disegna, senza precisarlo ulteriormente, il primo spazio a disposizione del pubblico legato in maniera biunivoca alla forma e al tracciato dell’infrastruttura. L’incontro/collisione tra tracciato stradale e architettura, si è sempre risolto a favore del primo: inteso come elemento di permanenza nella forma della città, ogni volta ha obbligato l’architettura, considerata alla stregua di mero accadimento, e quindi malleabile e modificabile, a dei tour de force tipologici, delle vere e proprie stranezze costruttive.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/91788
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