L’efficacia e la qualità della comunicazione – soprattutto se in ambito museale e ottenuta con mezzi digitali dai quali spesso si attendono effetti sorprendenti e spettacolari – è funzione di numerose variabili, riconducibili essenzialmente a due categorie: il contenuto stesso della comunicazione e l’interfaccia, comprendendo in quest’ultima gli strumenti impiegati sia per l’interazione che per la rappresentazione. In particolare, la comunicazione dell’architettura può trarre il massimo vantaggio dall’uso di mezzi digitali interattivi: non solo risulta molto semplice «esplorare» in profondità, nelle tre dimensioni dello spazio e nella dimensione del tempo, spazi architettonici ricostruiti digitalmente – cosa possibile anche per architetture mai costruite o non più esistenti, oltre che situate in luoghi remoti e per molti difficilmente accessibili –, ma le infinite ulteriori funzioni digitali consentono di arricchire enormemente l’esplorazione. Sia sul versante dell’interazione – ad esempio, potendo letteralmente «volare» all’interno o all’esterno degli edifici, osservandoli da punti di vista altrimenti impossibili, oppure anche modificandoli geometricamente, scomponendoli e ricomponendoli a partire dalle loro membrature primitive – sia anche su quello della rappresentazione: viste di edifici «ai raggi X», sovrapposizioni e confronti liberi e immediati, somme di viste soggettive e oggettive, rapidi cambi di scala e così via. Il testo descrive vari esempi di configurazioni digitali interattive, puntando a identificare le «funzioni chiave» necessarie per il loro progetto.

Comunicazione digitale interattiva dell’architettura in ambito museale

TREVISAN, CAMILLO
2010-01-01

Abstract

L’efficacia e la qualità della comunicazione – soprattutto se in ambito museale e ottenuta con mezzi digitali dai quali spesso si attendono effetti sorprendenti e spettacolari – è funzione di numerose variabili, riconducibili essenzialmente a due categorie: il contenuto stesso della comunicazione e l’interfaccia, comprendendo in quest’ultima gli strumenti impiegati sia per l’interazione che per la rappresentazione. In particolare, la comunicazione dell’architettura può trarre il massimo vantaggio dall’uso di mezzi digitali interattivi: non solo risulta molto semplice «esplorare» in profondità, nelle tre dimensioni dello spazio e nella dimensione del tempo, spazi architettonici ricostruiti digitalmente – cosa possibile anche per architetture mai costruite o non più esistenti, oltre che situate in luoghi remoti e per molti difficilmente accessibili –, ma le infinite ulteriori funzioni digitali consentono di arricchire enormemente l’esplorazione. Sia sul versante dell’interazione – ad esempio, potendo letteralmente «volare» all’interno o all’esterno degli edifici, osservandoli da punti di vista altrimenti impossibili, oppure anche modificandoli geometricamente, scomponendoli e ricomponendoli a partire dalle loro membrature primitive – sia anche su quello della rappresentazione: viste di edifici «ai raggi X», sovrapposizioni e confronti liberi e immediati, somme di viste soggettive e oggettive, rapidi cambi di scala e così via. Il testo descrive vari esempi di configurazioni digitali interattive, puntando a identificare le «funzioni chiave» necessarie per il loro progetto.
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