Il ricorso alla nozione di milieu da parte delle scienze regionali è avvenuto in coincidenza di un duplice passaggio: l’uscita, a livello materiale, dal connubio tra fordismo e keynesianismo, verso una società caratterizzata dall’innovazione diffusa, scaturente da dense reti di relazione extra-mercato tra imprese, fornitori, clienti, istituzioni, e servizi specializzati, e l’emergere, a livello teorico, della dimensione meso-economica, rappresentativa di quel sistema relazionale. Le nozioni di “National system of innovation”, “Learning region” e “Milieu innovateur”, introdotte tra gli anni ’80 e ’90, costituiscono altrettante interpretazioni della dimensione meso, accomunate dall’indicazione nell’apprendimento collettivo dell’apporto specifico di tale dimensione. La singolare circostanza che nessuna di esse e, in particolare l’ultima elencata, faccia esplicito riferimento all’originaria nozione durkheimeniana di milieu induce a effettuarne un esame comparativo rispetto ad essa. L’esame fa emergere due aspetti: la sottovalutazione del ruolo svolto dalla configurazione spaziale del milieu nel processo cognitivo e, alla base di questa, una persistente ambigua coesistenza tra la concezione cognitivistica e quella esperienziale della conoscenza. La risoluzione di entrambe le questioni apre a interessanti prospettive sotto il profilo sia analitico che normativo, per il tramite di una ri-valutazione della nozione di paesaggio.
UN ESAME COMPARATIVO TRA LA NOZIONE DI MILIEU DELLE SCIENZE REGIONALI E L’ORIGINARIA FORMULAZIONE DI DURKHEIM
CUSINATO, AUGUSTO
2013-01-01
Abstract
Il ricorso alla nozione di milieu da parte delle scienze regionali è avvenuto in coincidenza di un duplice passaggio: l’uscita, a livello materiale, dal connubio tra fordismo e keynesianismo, verso una società caratterizzata dall’innovazione diffusa, scaturente da dense reti di relazione extra-mercato tra imprese, fornitori, clienti, istituzioni, e servizi specializzati, e l’emergere, a livello teorico, della dimensione meso-economica, rappresentativa di quel sistema relazionale. Le nozioni di “National system of innovation”, “Learning region” e “Milieu innovateur”, introdotte tra gli anni ’80 e ’90, costituiscono altrettante interpretazioni della dimensione meso, accomunate dall’indicazione nell’apprendimento collettivo dell’apporto specifico di tale dimensione. La singolare circostanza che nessuna di esse e, in particolare l’ultima elencata, faccia esplicito riferimento all’originaria nozione durkheimeniana di milieu induce a effettuarne un esame comparativo rispetto ad essa. L’esame fa emergere due aspetti: la sottovalutazione del ruolo svolto dalla configurazione spaziale del milieu nel processo cognitivo e, alla base di questa, una persistente ambigua coesistenza tra la concezione cognitivistica e quella esperienziale della conoscenza. La risoluzione di entrambe le questioni apre a interessanti prospettive sotto il profilo sia analitico che normativo, per il tramite di una ri-valutazione della nozione di paesaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.