Una raccolta di tre saggi incentrati su un comune tema di ricerca, quello dell'anamorfosi, tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV sec., ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico in Europa, tra i secoli XVI e XVII. L'interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all'analisi geometrico-evolutiva di alcuni casi ritenuti paradigmatici dagli autori dedicata la presente ricerca: gli studi da loro condotti abbracciano le applicazioni anamorfiche e diverse scale, iniziando dagli oggetti di più contenute dimensioni, che stabiliscono un rapporto tra osservatore e opera basato sulla vicinanza reciproca fisica e psicologica e sull'intimità percettiva (è il caso delle 'scatole prospettiche' olandesi); per rivolgersi poi al più celebre esempio di anamorfosi pittorica, cioè al quadro di H. Holbein intitolato Gli Ambasciatori, rivelando dettagli finora sfuggiti alle analisi degli storici dell'arte e degli iconologi; concludendo con la 'vivisezione' di una negletta opera architettonica realizzata in anamorfosi solida, mai studiata in precedenza, e oggetto di un recente e inedito rilievo. I contributi si articolano dunque su un duplice registro: da un lato, il rigore delle analisi geometriche e configurative permette di discernere gli elementi più minuti delle metodiche rappresentative e costruttive impiegate dai vari artisti per ordire il loro inganno prospettico; dall'altro, la contestualizzazione storico-culturale di queste espressioni artistiche consente di ricostruire e di ipotizzare le finalità di simili complesse decezioni espressive, stabilendo legami tra l'emersione di nuove modalità fruitive e la crisi e il successivo rinnovamento dell'idea di opera d'arte tra Cinque e Seicento nel contesto europeo.

La vertigine dello sguardo. Tre saggi sulla Rappresentazione Anamorfica

D'ACUNTO, GIUSEPPE;DE ROSA, AGOSTINO
2002-01-01

Abstract

Una raccolta di tre saggi incentrati su un comune tema di ricerca, quello dell'anamorfosi, tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV sec., ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico in Europa, tra i secoli XVI e XVII. L'interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all'analisi geometrico-evolutiva di alcuni casi ritenuti paradigmatici dagli autori dedicata la presente ricerca: gli studi da loro condotti abbracciano le applicazioni anamorfiche e diverse scale, iniziando dagli oggetti di più contenute dimensioni, che stabiliscono un rapporto tra osservatore e opera basato sulla vicinanza reciproca fisica e psicologica e sull'intimità percettiva (è il caso delle 'scatole prospettiche' olandesi); per rivolgersi poi al più celebre esempio di anamorfosi pittorica, cioè al quadro di H. Holbein intitolato Gli Ambasciatori, rivelando dettagli finora sfuggiti alle analisi degli storici dell'arte e degli iconologi; concludendo con la 'vivisezione' di una negletta opera architettonica realizzata in anamorfosi solida, mai studiata in precedenza, e oggetto di un recente e inedito rilievo. I contributi si articolano dunque su un duplice registro: da un lato, il rigore delle analisi geometriche e configurative permette di discernere gli elementi più minuti delle metodiche rappresentative e costruttive impiegate dai vari artisti per ordire il loro inganno prospettico; dall'altro, la contestualizzazione storico-culturale di queste espressioni artistiche consente di ricostruire e di ipotizzare le finalità di simili complesse decezioni espressive, stabilendo legami tra l'emersione di nuove modalità fruitive e la crisi e il successivo rinnovamento dell'idea di opera d'arte tra Cinque e Seicento nel contesto europeo.
2002
9788888613314
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