La mostra itinerante a cura di Gundula Rakowitz, promossa dall’Archivio progetti Iuav e dal Dottorato di ricerca in Composizione architettonica della Scuola di Dottorato Iuav. illustra la rigorosa poetica ‘cartesiana’ delle architetture di Gianugo Polesello attraversando una parte soltanto, e però significante, del suo percorso complesso di pensiero e metodo compositivo, i “Progetti veneziani”, centrali in quel montaggio di progetti che è il “Laboratorio Venezia”, elemento fondamentale del suo linguaggio architettonico. La mostra mira a far conoscere, nell’attualità intemporale di una idea di architettura a cui Polesello fu ossessivamente fedele, i fondamenti teorici delle architetture da lui elaborate durante l’insegnamento e l’attività di ricerca all’interno della Scuola di Venezia. Dal Progetto Novissime del 1964 del Gruppo Samonà, passando per il progetti nell’area di San Giobbe e Cavallino, ai progetti del Mercato di Rialto e del Ponte dell’Accademia per la Biennale del 1985 al Padiglione Italia ai Giardini della Biennale del 1988, al progetto per Venezia ovest e alle enigmatiche 16 Torri per la prima zona industriale di Marghera, dal Progetto per il Cimitero sull’Isola San Michele del 1998, alle sperimentazioni progettuali della Città ideale prima nell’Isola di Rialto poi nella Centuriazione di Camposampiero nell’hinterland veneziano dal 1995 al 2001, fino al progetto e alla realizzazione del Casello autostradale di Padova est 1999-2005 nell’area metropolitana veneziana e al suo ultimo progetto di un’architettura immaginaria, la Libellula del 2001-2005. La mostra offre inoltre per la prima volta la possibilità di entrare in un territorio sinora poco conosciuto della personalità del grande architetto, la cui rigorosa scientificità e continua attenzione ai tracciati della disciplina lo rendono riluttante ad ogni cedimento soggettivistico: questo territorio è lo sguardo su un sé architettonico scandito da una molteplicità di auto-ritratti compositivi, una lettura auto-riflessiva che scopriamo accompagnare, in parallelo e simultaneamente, la lettura compositiva pluriscalare. Infine, ma non ultimo, la mostra espone per la prima volta i personalissimi quaderni di schizzi di Gianugo Polesello rimasti sinora sconosciuti.
Gianugo Polesello. Maestro dell'indecifrabile. Auto-ritratti veneziani
RAKOWITZ, GUNDULA
2011-01-01
Abstract
La mostra itinerante a cura di Gundula Rakowitz, promossa dall’Archivio progetti Iuav e dal Dottorato di ricerca in Composizione architettonica della Scuola di Dottorato Iuav. illustra la rigorosa poetica ‘cartesiana’ delle architetture di Gianugo Polesello attraversando una parte soltanto, e però significante, del suo percorso complesso di pensiero e metodo compositivo, i “Progetti veneziani”, centrali in quel montaggio di progetti che è il “Laboratorio Venezia”, elemento fondamentale del suo linguaggio architettonico. La mostra mira a far conoscere, nell’attualità intemporale di una idea di architettura a cui Polesello fu ossessivamente fedele, i fondamenti teorici delle architetture da lui elaborate durante l’insegnamento e l’attività di ricerca all’interno della Scuola di Venezia. Dal Progetto Novissime del 1964 del Gruppo Samonà, passando per il progetti nell’area di San Giobbe e Cavallino, ai progetti del Mercato di Rialto e del Ponte dell’Accademia per la Biennale del 1985 al Padiglione Italia ai Giardini della Biennale del 1988, al progetto per Venezia ovest e alle enigmatiche 16 Torri per la prima zona industriale di Marghera, dal Progetto per il Cimitero sull’Isola San Michele del 1998, alle sperimentazioni progettuali della Città ideale prima nell’Isola di Rialto poi nella Centuriazione di Camposampiero nell’hinterland veneziano dal 1995 al 2001, fino al progetto e alla realizzazione del Casello autostradale di Padova est 1999-2005 nell’area metropolitana veneziana e al suo ultimo progetto di un’architettura immaginaria, la Libellula del 2001-2005. La mostra offre inoltre per la prima volta la possibilità di entrare in un territorio sinora poco conosciuto della personalità del grande architetto, la cui rigorosa scientificità e continua attenzione ai tracciati della disciplina lo rendono riluttante ad ogni cedimento soggettivistico: questo territorio è lo sguardo su un sé architettonico scandito da una molteplicità di auto-ritratti compositivi, una lettura auto-riflessiva che scopriamo accompagnare, in parallelo e simultaneamente, la lettura compositiva pluriscalare. Infine, ma non ultimo, la mostra espone per la prima volta i personalissimi quaderni di schizzi di Gianugo Polesello rimasti sinora sconosciuti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.