La mostra itinerante e il seminario ad essa collegato hanno come obiettivo la divulgazione dell’attività di ricerca e progetto, promossa dall’ITEA, Istituto Trentino Edilizia Abitativa, e coordinata dall’Università di Trento, Laboratorio di Architettura, per affrontare il tema della rigenerazione di un contesto architettonico di spiccata rilevanza e riconoscibilità della città di Trento. I quartieri residenziali di Madonna Bianca e Villazzano Tre, realizzati tra il 1973 e il 1982 su progetto degli architetti M. Armani, E. Ferrari, ing. L. Perini, costituiscono un ampio tassello di città pubblica attuato attraverso un PEEP, Piano Edilizia Economica Popolare (1967/68) da GESCAL e IACP. A quarant’anni dalla sua realizzazione, il valore di questo complesso residenziale emerge oggi, attraverso una molteplicità di spunti analitici che possono essere ricondotti ad almeno due macro-elementi significativi. In primo luogo esso costituisce una fotografia straordinaria di un momento storico di particolare rilievo per la Provincia di Trento, nell’ambito del contesto più generale di natura politico-istituzionale legato al PUP, Piano Urbanistico Provinciale (1964/67) voluto da B. Kessler, che ha interessato la progettualità dell’abitare sociale. Da un secondo punto di vista, di carattere urbano, appare di particolare interesse il chiaro riferimento ai principi del “quartiere e dell’abitazione razionale” riscontrabili nelle regole morfologiche d’impianto delle nuove residenze e sviluppati già nei CIAM, Congressi Internazionali di Architettura Moderna (1930/59). A partire da questi macro-elementi, in relazione al programma RI.U.SO., Rigenerazione Urbana Sostenibile, avviato e promosso sul territorio italiano dal CNA, Consiglio Nazionale Architetti, e dalla ricerca nazionale PRIN RE-CYCLE ITALY, coordinatore prof. R. Bocchi. La mostra - proveniente dal Palazzo della Regione “Adalberto Libera” a Trento dove è stata esposta lo scorso novembre - apre ad una riflessione generale sulle problematiche legate ai “territori fragili” dell’edilizia sociale, affrontate in maniera multiscalare e multidisciplinare, e propone un progetto di riciclo-rigenerazione del quartiere in termini di vivibilità e di connessioni. Lo spazio pubblico, il “vuoto” che rappresenta oggi la vera distanza tra le persone, è l’elemento che più si offre alla progettazione ed è individuato come riserva potenziale per le nuove dinamiche, urbane e sociali, di mediazione tra il quartiere, la città, il fiume.
Progetto Torri. Problemi e strategie di riciclo e riuso di un quartiere di edilizia residenziale a Trento 2012-2022
RAKOWITZ, GUNDULA;
2014-01-01
Abstract
La mostra itinerante e il seminario ad essa collegato hanno come obiettivo la divulgazione dell’attività di ricerca e progetto, promossa dall’ITEA, Istituto Trentino Edilizia Abitativa, e coordinata dall’Università di Trento, Laboratorio di Architettura, per affrontare il tema della rigenerazione di un contesto architettonico di spiccata rilevanza e riconoscibilità della città di Trento. I quartieri residenziali di Madonna Bianca e Villazzano Tre, realizzati tra il 1973 e il 1982 su progetto degli architetti M. Armani, E. Ferrari, ing. L. Perini, costituiscono un ampio tassello di città pubblica attuato attraverso un PEEP, Piano Edilizia Economica Popolare (1967/68) da GESCAL e IACP. A quarant’anni dalla sua realizzazione, il valore di questo complesso residenziale emerge oggi, attraverso una molteplicità di spunti analitici che possono essere ricondotti ad almeno due macro-elementi significativi. In primo luogo esso costituisce una fotografia straordinaria di un momento storico di particolare rilievo per la Provincia di Trento, nell’ambito del contesto più generale di natura politico-istituzionale legato al PUP, Piano Urbanistico Provinciale (1964/67) voluto da B. Kessler, che ha interessato la progettualità dell’abitare sociale. Da un secondo punto di vista, di carattere urbano, appare di particolare interesse il chiaro riferimento ai principi del “quartiere e dell’abitazione razionale” riscontrabili nelle regole morfologiche d’impianto delle nuove residenze e sviluppati già nei CIAM, Congressi Internazionali di Architettura Moderna (1930/59). A partire da questi macro-elementi, in relazione al programma RI.U.SO., Rigenerazione Urbana Sostenibile, avviato e promosso sul territorio italiano dal CNA, Consiglio Nazionale Architetti, e dalla ricerca nazionale PRIN RE-CYCLE ITALY, coordinatore prof. R. Bocchi. La mostra - proveniente dal Palazzo della Regione “Adalberto Libera” a Trento dove è stata esposta lo scorso novembre - apre ad una riflessione generale sulle problematiche legate ai “territori fragili” dell’edilizia sociale, affrontate in maniera multiscalare e multidisciplinare, e propone un progetto di riciclo-rigenerazione del quartiere in termini di vivibilità e di connessioni. Lo spazio pubblico, il “vuoto” che rappresenta oggi la vera distanza tra le persone, è l’elemento che più si offre alla progettazione ed è individuato come riserva potenziale per le nuove dinamiche, urbane e sociali, di mediazione tra il quartiere, la città, il fiume.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.