Cosa significa sperimentare in ambito documentaristico? Chi è sperimentatore? Plateau che perde la vista per sperimentare la resistenza della retina ai raggi solari, tanto vive in prima persona il suo furor scientifico, o Marey che perde i giorni a disegnare imbragature per insetti di cui studiare i zigzaganti voli? E Omegna che si chiude tre giorni in una serra a quaranta gradi per filmare la vita delle farfalle e tradurne in epifaniche sequenze l’ineffabilità del ciclo vitale? E Veronesi che nel filmare le incisioni e le viscere dei corpi umani in sala operatoria, ne scopre i «bellissimi colori» o Vincenzo Neri che, medico, si spinge ad approntare oniriche quinte teatrali tra i cui nebulosi androni filmare i segni dei disturbi neurologici dei suoi pazienti? E D’Errico che, quasi il solo in Italia alla sua altezza, monta alla russa? E Comerio che si fa legare a uno dei primi improbabili velivoli, per filmare dal cielo? E che estetica sperimentale incarnano Di Cocco, con le sue odorose inquadrature e i suoi rembrandtiani quarti animali, o le maschie ingegnerie fasciste raccontate da radenti chiaroscuri e montaggi serrati? Sperimentalismi vari, che si misurano sul profilmico o sul fronte estetico? Sul fronte teorico o sul campo? Nel modo di intendere lo sguardo, la missione documentaria, o nei risultati estetici?

La linea sperimentale. un percorso di ricerca lungo quarant'anni di cinema documentario italiano.

BERNABEI, MARIA IDA
2013-01-01

Abstract

Cosa significa sperimentare in ambito documentaristico? Chi è sperimentatore? Plateau che perde la vista per sperimentare la resistenza della retina ai raggi solari, tanto vive in prima persona il suo furor scientifico, o Marey che perde i giorni a disegnare imbragature per insetti di cui studiare i zigzaganti voli? E Omegna che si chiude tre giorni in una serra a quaranta gradi per filmare la vita delle farfalle e tradurne in epifaniche sequenze l’ineffabilità del ciclo vitale? E Veronesi che nel filmare le incisioni e le viscere dei corpi umani in sala operatoria, ne scopre i «bellissimi colori» o Vincenzo Neri che, medico, si spinge ad approntare oniriche quinte teatrali tra i cui nebulosi androni filmare i segni dei disturbi neurologici dei suoi pazienti? E D’Errico che, quasi il solo in Italia alla sua altezza, monta alla russa? E Comerio che si fa legare a uno dei primi improbabili velivoli, per filmare dal cielo? E che estetica sperimentale incarnano Di Cocco, con le sue odorose inquadrature e i suoi rembrandtiani quarti animali, o le maschie ingegnerie fasciste raccontate da radenti chiaroscuri e montaggi serrati? Sperimentalismi vari, che si misurano sul profilmico o sul fronte estetico? Sul fronte teorico o sul campo? Nel modo di intendere lo sguardo, la missione documentaria, o nei risultati estetici?
2013
9788875864118
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/173889
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