Il Nord-Est sta subendo, sempre più, evidenti processi di trasformazione delle principali dinamiche socio-economiche. Con la crisi degli ultimi anni e fenomeni di globalizzazione sempre più marcati, i distretti produttivi sono stati esposti in maniera rilevante ad una competizione sempre più spinta: un sistema che sembrava relativamente stabile ha subito improvvise involuzioni. Oggi anche le imprese che non attraversano segnali negativi, spesso già internazionalizzate e con una dimensione aziendale consistente, trasferiscono la produzione all’estero, sperando in vantaggi sotto l’aspetto dell’ambiente fiscale e amministrativo. In altri casi l'imprenditore straniero (generalmente dell'est europeo) acquista l'azienda italiana e, nel giro di poco tempo, rilocalizza la produzione nel suo paese d'origine; si è assicurato il marchio, cerca di rubare tutto il know how possibile e poi abbandona il territorio, lasciando disoccupazione, impianti chiusi e immobili vuoti. A causa di diversi fattori e con diverse responsabilità, le imprese dinamiche, quelle che innovano usando risorse proprie e riescono a competere sui mercati internazionali e ad aumentare i fatturati, sono una minoranza. Il rapporto tra sistemi produttivi del Nord-Est e il loro assetto territoriale è una questione quanto mai attuale. Fino ad ora appare piuttosto frammentario e insoddisfacente il quadro interpretativo dei modi contemporanei di produzione di territorio. Nell’ambito di questi fenomeni, ancor meno indagati appaiono gli effetti territoriali della crisi, non solo quelli legati al mercato immobiliare e alla produzione edilizia, ma anche molti altri (blocco delle grandi trasformazioni urbane, operazioni rinviate, nuovi modelli di mobilità e consumo, stili di vita ecc. ecc.). È importante individuare alcuni possibili filoni di ricerca per l’analisi delle conseguenze e degli impatti territoriali della crisi evitando semplificazioni e non affidandosi unicamente all’esame dei principali indicatori relativi ai fatturati delle aziende, ai trend occupazionali, all’andamento dei consumi familiari o alla loro capacità di risparmio.

Crisi del Nord-Est, dismissioni produttive e nuova domanda di governo del territorio: possibili percorsi di ricerca

GASTALDI, FRANCESCO
2014-01-01

Abstract

Il Nord-Est sta subendo, sempre più, evidenti processi di trasformazione delle principali dinamiche socio-economiche. Con la crisi degli ultimi anni e fenomeni di globalizzazione sempre più marcati, i distretti produttivi sono stati esposti in maniera rilevante ad una competizione sempre più spinta: un sistema che sembrava relativamente stabile ha subito improvvise involuzioni. Oggi anche le imprese che non attraversano segnali negativi, spesso già internazionalizzate e con una dimensione aziendale consistente, trasferiscono la produzione all’estero, sperando in vantaggi sotto l’aspetto dell’ambiente fiscale e amministrativo. In altri casi l'imprenditore straniero (generalmente dell'est europeo) acquista l'azienda italiana e, nel giro di poco tempo, rilocalizza la produzione nel suo paese d'origine; si è assicurato il marchio, cerca di rubare tutto il know how possibile e poi abbandona il territorio, lasciando disoccupazione, impianti chiusi e immobili vuoti. A causa di diversi fattori e con diverse responsabilità, le imprese dinamiche, quelle che innovano usando risorse proprie e riescono a competere sui mercati internazionali e ad aumentare i fatturati, sono una minoranza. Il rapporto tra sistemi produttivi del Nord-Est e il loro assetto territoriale è una questione quanto mai attuale. Fino ad ora appare piuttosto frammentario e insoddisfacente il quadro interpretativo dei modi contemporanei di produzione di territorio. Nell’ambito di questi fenomeni, ancor meno indagati appaiono gli effetti territoriali della crisi, non solo quelli legati al mercato immobiliare e alla produzione edilizia, ma anche molti altri (blocco delle grandi trasformazioni urbane, operazioni rinviate, nuovi modelli di mobilità e consumo, stili di vita ecc. ecc.). È importante individuare alcuni possibili filoni di ricerca per l’analisi delle conseguenze e degli impatti territoriali della crisi evitando semplificazioni e non affidandosi unicamente all’esame dei principali indicatori relativi ai fatturati delle aziende, ai trend occupazionali, all’andamento dei consumi familiari o alla loro capacità di risparmio.
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