La cupola principale della basilica di Santa Maria della Salute, innalzata alla metà del XVII secolo su progetto di Baldassarre Longhena, ha costituito al tempo stesso una sfida tecnica per la cultura edificatoria locale e un cardine nell’evoluzione costruttiva delle sovracupole lignee veneziane. Il corpo murario della calotta è caratterizzato da una marcata esilità di complessione. A completamento e protezione della cupola venne collocata una complessa macchina lignea, ora scomparsa., costituita da 96 snelle costolature, realizzate con strati di tavole a giunti sfalsati (cerchiate da un anello metallico posto ad una quota prossima a quella delle reni), impostate su un anello ligneo adagiato sulla cornice esterna del tamburo murario e convergenti su un anello superiore, che costituiva l’imposta della grande lanterna. Alla metà del XIX secolo, constatato il suo grave deterioramento, si pose mano al completo rifacimento della parte lignea, mutandone radicalmente l’organizzazione strutturale. Il restauro appena concluso, relativamente alle parti lignee, si è limitato al solo rimpiazzo di due spezzoni di costolatura e al rinnovo di qualche metro quadro di tavolato. L’intero manto plumbeo è stato rimosso, procedendo per piccoli tratti. Le lastra danneggiate sono state restaurate e ricollocate in opera, impiegando gli stessi chiodi e ganci di rame in precedenza estratti, numerati ed imbustati. Ogni lastra è stata accuratamente saldata in tutte le discontinuità, fori o lesioni, operando sulla superficie intradossale per evitare ogni alterazione della loro patina di idrocerussite.

La cupola di S. Maria della Salute e i suoi restauri

PIANA, MARIO
2014-01-01

Abstract

La cupola principale della basilica di Santa Maria della Salute, innalzata alla metà del XVII secolo su progetto di Baldassarre Longhena, ha costituito al tempo stesso una sfida tecnica per la cultura edificatoria locale e un cardine nell’evoluzione costruttiva delle sovracupole lignee veneziane. Il corpo murario della calotta è caratterizzato da una marcata esilità di complessione. A completamento e protezione della cupola venne collocata una complessa macchina lignea, ora scomparsa., costituita da 96 snelle costolature, realizzate con strati di tavole a giunti sfalsati (cerchiate da un anello metallico posto ad una quota prossima a quella delle reni), impostate su un anello ligneo adagiato sulla cornice esterna del tamburo murario e convergenti su un anello superiore, che costituiva l’imposta della grande lanterna. Alla metà del XIX secolo, constatato il suo grave deterioramento, si pose mano al completo rifacimento della parte lignea, mutandone radicalmente l’organizzazione strutturale. Il restauro appena concluso, relativamente alle parti lignee, si è limitato al solo rimpiazzo di due spezzoni di costolatura e al rinnovo di qualche metro quadro di tavolato. L’intero manto plumbeo è stato rimosso, procedendo per piccoli tratti. Le lastra danneggiate sono state restaurate e ricollocate in opera, impiegando gli stessi chiodi e ganci di rame in precedenza estratti, numerati ed imbustati. Ogni lastra è stata accuratamente saldata in tutte le discontinuità, fori o lesioni, operando sulla superficie intradossale per evitare ogni alterazione della loro patina di idrocerussite.
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