Da alcuni anni, sotto l’impulso del finanziamento garantito dalla Legge 211/1990 per la realizzazione di sistemi ferroviari ed innovativi in campo urbano (sotto la definizione di “trasporti rapidi di massa”), si stanno, finalmente, realizzando in Italia nuovi sistemi di trasporto, in genere a guida vincolata, che presentano diversi elementi di “innovazione”. Si possono citare, ad esempio, le realizzazioni tranviarie su gomma con guida a monorotaia (Padova, Mestre, L’Aquila) o ottica (Bologna), ed i sistemi automatici quali metropolitane e people mover (Torino) ed impianti a fune in funzione di trasporto pubblico urbano (Milano – Poma 2000, Minimetro di Perugia, Venezia Tronchetto – Piazzale Roma). Questi sistemi vengono chiamati in modo generalmente indifferenziato “innovativi” o “non convenzionali”, intendendo con questi termini, solo genericamente, che presentano “elementi di novità”. Nel seguito, dopo un richiamo dei principi di deflusso dei sistemi di trasporto (a densità libera o controllata), si espone una “proposta di definizione”, inserendola nell’ambito di possibili interventi in campo urbano finalizzati ad uno sviluppo del trasporto collettivo. Tale sviluppo appare, anche in conseguenza degli elevatissimi costi imposti dalla modalità individuale, oramai indispensabile a garantire e supportare gli acquisiti livelli di mobilità, in modo sostenibile per l’ambiente e per la qualità degli spazi urbani in cui viviamo.

La classificazione dei sistemi di trasporti tradizionali, non convenzionali ed innovativi

CAPPELLI, AGOSTINO
2014-01-01

Abstract

Da alcuni anni, sotto l’impulso del finanziamento garantito dalla Legge 211/1990 per la realizzazione di sistemi ferroviari ed innovativi in campo urbano (sotto la definizione di “trasporti rapidi di massa”), si stanno, finalmente, realizzando in Italia nuovi sistemi di trasporto, in genere a guida vincolata, che presentano diversi elementi di “innovazione”. Si possono citare, ad esempio, le realizzazioni tranviarie su gomma con guida a monorotaia (Padova, Mestre, L’Aquila) o ottica (Bologna), ed i sistemi automatici quali metropolitane e people mover (Torino) ed impianti a fune in funzione di trasporto pubblico urbano (Milano – Poma 2000, Minimetro di Perugia, Venezia Tronchetto – Piazzale Roma). Questi sistemi vengono chiamati in modo generalmente indifferenziato “innovativi” o “non convenzionali”, intendendo con questi termini, solo genericamente, che presentano “elementi di novità”. Nel seguito, dopo un richiamo dei principi di deflusso dei sistemi di trasporto (a densità libera o controllata), si espone una “proposta di definizione”, inserendola nell’ambito di possibili interventi in campo urbano finalizzati ad uno sviluppo del trasporto collettivo. Tale sviluppo appare, anche in conseguenza degli elevatissimi costi imposti dalla modalità individuale, oramai indispensabile a garantire e supportare gli acquisiti livelli di mobilità, in modo sostenibile per l’ambiente e per la qualità degli spazi urbani in cui viviamo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/206907
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