Carte, appunti manoscritti, fotografie e disegni del fondo Trincanato, riuniti in faldoni, scatole e rotoli, secondo parentele talvolta inestricabili, raccontano di intrecci, relazioni, amicizie, temi d’elezione. Costruire linee di discendenza, genealogie di pensieri, riconoscere famiglie di forme e temi di progetto in un materiale cosi eterogeneo obbliga a delineare i limiti entro cui volgere lo sguardo. Rileggere i progetti di Egle Renata Trincanato, in particolare, è possibile solo se si accetta di farlo in modo parziale, sulla base di materiali, talvolta incompleti, per lo più frutto di un lavoro condiviso con altri: elettivamente in collaborazione con Giuseppe Samonà; discontinuamente con molti altri progettisti, in occasione di concorsi, incarichi professionali, consulenze: Egle Renata Trincanato, infatti, firma autonomamente solo alcuni progetti. Più frequentemente collabora a concorsi di progettazione, per i quali elabora studi, disegni e prospettive, a incarichi professionali, con lo realizzazione dei disegni e dei dettagli esecutivi, di molte opere cura le fasi di realizzazione in cantiere. Un intreccio di relazioni professionali e umane, in cui spiccano alcune “relazioni notevoli”: tra queste Guido Cirilli, “Il Maestro”, e Giuseppe Samonà, “Il Professore”; poi l’insegnamento di Giulio Lorenzetti e la grande amicizia con Elena Bassi. Questa lettura, evita intenzionalmente di disgiungere il loro lavoro comune, per tentare di decifrare, nel corpo vivo delle opere e nei progetti, le linee di tensione che determinano il segno di questa “affinità”, umana e intellettuale. Una affinità che si giova di un elemento di mediazione decisivo: Venezia. Luogo d’elezione per entrambi; città, alla quale hanno dedicato opere e progetti, che continuerà a essere trait d’union anche negli ultimi anni insieme, impegnandoli in studi e ricerche su Venezia, per un libro mai pubblicato.

Trincanato e Samonà: progetti tra lingua e dialetto (1938-1954

MARRAS, GIOVANNI
2008-01-01

Abstract

Carte, appunti manoscritti, fotografie e disegni del fondo Trincanato, riuniti in faldoni, scatole e rotoli, secondo parentele talvolta inestricabili, raccontano di intrecci, relazioni, amicizie, temi d’elezione. Costruire linee di discendenza, genealogie di pensieri, riconoscere famiglie di forme e temi di progetto in un materiale cosi eterogeneo obbliga a delineare i limiti entro cui volgere lo sguardo. Rileggere i progetti di Egle Renata Trincanato, in particolare, è possibile solo se si accetta di farlo in modo parziale, sulla base di materiali, talvolta incompleti, per lo più frutto di un lavoro condiviso con altri: elettivamente in collaborazione con Giuseppe Samonà; discontinuamente con molti altri progettisti, in occasione di concorsi, incarichi professionali, consulenze: Egle Renata Trincanato, infatti, firma autonomamente solo alcuni progetti. Più frequentemente collabora a concorsi di progettazione, per i quali elabora studi, disegni e prospettive, a incarichi professionali, con lo realizzazione dei disegni e dei dettagli esecutivi, di molte opere cura le fasi di realizzazione in cantiere. Un intreccio di relazioni professionali e umane, in cui spiccano alcune “relazioni notevoli”: tra queste Guido Cirilli, “Il Maestro”, e Giuseppe Samonà, “Il Professore”; poi l’insegnamento di Giulio Lorenzetti e la grande amicizia con Elena Bassi. Questa lettura, evita intenzionalmente di disgiungere il loro lavoro comune, per tentare di decifrare, nel corpo vivo delle opere e nei progetti, le linee di tensione che determinano il segno di questa “affinità”, umana e intellettuale. Una affinità che si giova di un elemento di mediazione decisivo: Venezia. Luogo d’elezione per entrambi; città, alla quale hanno dedicato opere e progetti, che continuerà a essere trait d’union anche negli ultimi anni insieme, impegnandoli in studi e ricerche su Venezia, per un libro mai pubblicato.
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