Il saggio si pone come obiettivo un approfondimento sull’evoluzione del concetto di riciclo applicato al contesto architettonico e urbano, proponendosi anche di provare a riformulare il quadro di riferimento teorico della ricerca su “Recycle city”. Viene suggerita in particolare una generale attenzione alla strategia della “rigenerazione urbana”, proposta come nuova strategia da adottare in tempi di crisi per l’intervento sulle città. Si ipotizza che il concetto di “rigenerare la città” debba essere inteso come un proporsi di generare città dalla città, di produrre nuova città da una città. Ed è questo forse un passaggio utile per spostare l’attenzione dal tema della rigenerazione al concetto di creazione di nuovi cicli di vita. Una strada proposta che permetta di perseguire questo obiettivo è quella di provare a cambiare lo sguardo sulle aree scartate delle città, sulle aree abbandonate, degradate, decadute. Cominciare quindi a guardarle come risorsa, come capitale a disposizione e non sfruttato della città, vero e proprio untapped capital. Non più quindi come buchi neri, come singole parti da “risanare, recuperare, rigenerare”, ma come motori per la costruzione di una nuova città, come parti di città che permettono di produrre dei primi pezzi di una città futura, diversa da quella attuale. E il vero problema sottolineato in conclusione è che oggi fatichiamo a immaginarla questa città futura, la nostra capacità di pre-figurazione si è addormentata, avvolta nelle spire della riparazione dell’esistente, della restaurazione di uno stato originario che forse non ha più senso cercare di ristabilire.

Nuovi cicli di vita: l’Untapped Capital delle città

FONTANARI, ENRICO
2014-01-01

Abstract

Il saggio si pone come obiettivo un approfondimento sull’evoluzione del concetto di riciclo applicato al contesto architettonico e urbano, proponendosi anche di provare a riformulare il quadro di riferimento teorico della ricerca su “Recycle city”. Viene suggerita in particolare una generale attenzione alla strategia della “rigenerazione urbana”, proposta come nuova strategia da adottare in tempi di crisi per l’intervento sulle città. Si ipotizza che il concetto di “rigenerare la città” debba essere inteso come un proporsi di generare città dalla città, di produrre nuova città da una città. Ed è questo forse un passaggio utile per spostare l’attenzione dal tema della rigenerazione al concetto di creazione di nuovi cicli di vita. Una strada proposta che permetta di perseguire questo obiettivo è quella di provare a cambiare lo sguardo sulle aree scartate delle città, sulle aree abbandonate, degradate, decadute. Cominciare quindi a guardarle come risorsa, come capitale a disposizione e non sfruttato della città, vero e proprio untapped capital. Non più quindi come buchi neri, come singole parti da “risanare, recuperare, rigenerare”, ma come motori per la costruzione di una nuova città, come parti di città che permettono di produrre dei primi pezzi di una città futura, diversa da quella attuale. E il vero problema sottolineato in conclusione è che oggi fatichiamo a immaginarla questa città futura, la nostra capacità di pre-figurazione si è addormentata, avvolta nelle spire della riparazione dell’esistente, della restaurazione di uno stato originario che forse non ha più senso cercare di ristabilire.
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