La memoria affronta il tema delle ricadute economiche per l'Italia dello sviluppo del trasporto marittimo a mezzo container. In primo luogo sono comparati i dati del movimento merci portuale dei principali porti italiani, europei e mondiali, da cui si evince un ruolo ancora marginale dell'Italia, in contraddizione con le più diffuse valutazioni degli ultimi anni. Sono quindi costruiti alcuni modelli di previsione dello sviluppo del traffico da cui si evince che le potenzialità della portualità italiana non appaiono rilevanti. Infatti i flussi di container movimentati nei porti italiani risultano, sulla base della ricerca svolta dall'autore, essenzialmente relativi a bacini di livello regionale o interregionale, mentre la quota indirizzata ai mercati europei non raggiunge il 5% del totale. Sulla base di tali risultati l'autore evidenzia come le principali criticità dei porti italiani sono relative a due fattori: una scarsa integrazione con il trasporto ferroviario e la mancanza di servizi logistici avanzati. Conseguentemente si suggerisce di concentrare gli investimenti su una rete limitata di sistemi portuali, che sia strettamente integrata o integrabile con le principali destinazioni europee e servita da un'offerta ferroviaria di alta capacità e qualità.

“Trasporto marittimo e ferroviario: una integrazione per lo sviluppo”,

CAPPELLI, AGOSTINO
2007-01-01

Abstract

La memoria affronta il tema delle ricadute economiche per l'Italia dello sviluppo del trasporto marittimo a mezzo container. In primo luogo sono comparati i dati del movimento merci portuale dei principali porti italiani, europei e mondiali, da cui si evince un ruolo ancora marginale dell'Italia, in contraddizione con le più diffuse valutazioni degli ultimi anni. Sono quindi costruiti alcuni modelli di previsione dello sviluppo del traffico da cui si evince che le potenzialità della portualità italiana non appaiono rilevanti. Infatti i flussi di container movimentati nei porti italiani risultano, sulla base della ricerca svolta dall'autore, essenzialmente relativi a bacini di livello regionale o interregionale, mentre la quota indirizzata ai mercati europei non raggiunge il 5% del totale. Sulla base di tali risultati l'autore evidenzia come le principali criticità dei porti italiani sono relative a due fattori: una scarsa integrazione con il trasporto ferroviario e la mancanza di servizi logistici avanzati. Conseguentemente si suggerisce di concentrare gli investimenti su una rete limitata di sistemi portuali, che sia strettamente integrata o integrabile con le principali destinazioni europee e servita da un'offerta ferroviaria di alta capacità e qualità.
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