Il lavoro di Carlo Scarpa per quanto riguarda il design di arredi, artefatti artistici, decorativi o d’uso – qui indagato muovendo dai materiali originali dell'Archivio Carlo Scarpa, dell'Archivio Sandro Bagnoli e dell'Archivio Gavina – si è sviluppato in tempi e modalità differenti, in relazione a necessità di progetto e condizioni di contesto esecutivo e produttivo. È possibile identificare principalmente due direzioni: da una parte, i progetti “su misura”, legati a precisi interventi architettonici, per edifici pubblici o privati, per i quali si avvale di artigiani per la realizzazione di pezzi unici o di piccole serie; dall’altra, quelli collegati a una committenza imprenditoriale, sia ancora per una produzione artigianale, come nel caso dei vetrai muranesi negli anni fra le due guerre, che industriale, come con le aziende di Dino Gavina, con cui inizia a collaborare dalla fine degli anni cinquanta. Per il secondo ambito si può parlare propriamente di design, cioè di progetto per un sistema complessivo di impresa e di produzione-comunicazione-distribuzione-vendita-consumo. Il risultato chiaramente presenta caratteri e opzioni tecnico-esecutive differenti che si tratti di pezzo unico, di piccola o media serie; che sia prodotto manualmente, in modo semi-meccanizzato o meccanizzato e così via. Per un’idonea comprensione degli esiti, diventa necessario dunque far riferimento allo specifico contesto imprenditoriale e produttivo, di volta in volta indispensabile stimolo, ausilio e/o vincolo rispetto alle intenzioni ed esigenze progettuali.

Carlo Scarpa architetto e designer

BASSI, ALBERTO ATTILIO
2014-01-01

Abstract

Il lavoro di Carlo Scarpa per quanto riguarda il design di arredi, artefatti artistici, decorativi o d’uso – qui indagato muovendo dai materiali originali dell'Archivio Carlo Scarpa, dell'Archivio Sandro Bagnoli e dell'Archivio Gavina – si è sviluppato in tempi e modalità differenti, in relazione a necessità di progetto e condizioni di contesto esecutivo e produttivo. È possibile identificare principalmente due direzioni: da una parte, i progetti “su misura”, legati a precisi interventi architettonici, per edifici pubblici o privati, per i quali si avvale di artigiani per la realizzazione di pezzi unici o di piccole serie; dall’altra, quelli collegati a una committenza imprenditoriale, sia ancora per una produzione artigianale, come nel caso dei vetrai muranesi negli anni fra le due guerre, che industriale, come con le aziende di Dino Gavina, con cui inizia a collaborare dalla fine degli anni cinquanta. Per il secondo ambito si può parlare propriamente di design, cioè di progetto per un sistema complessivo di impresa e di produzione-comunicazione-distribuzione-vendita-consumo. Il risultato chiaramente presenta caratteri e opzioni tecnico-esecutive differenti che si tratti di pezzo unico, di piccola o media serie; che sia prodotto manualmente, in modo semi-meccanizzato o meccanizzato e così via. Per un’idonea comprensione degli esiti, diventa necessario dunque far riferimento allo specifico contesto imprenditoriale e produttivo, di volta in volta indispensabile stimolo, ausilio e/o vincolo rispetto alle intenzioni ed esigenze progettuali.
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