La regia di Aspern fa parte del programma di collaborazioni tra il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro dell'università IUAV e il Teatro La Fenice. Il soggetto dell'opera che prende spunto da un racconto di Henry James ambientato a Venezia, si proponeva di evidenziare il ruolo del luogo principale della vicenda, un palazzo fatiscente e in gran parte disabitato, e l'ambiguità e la segretezza che caratterizza i rapporti tra i personaggi a volte più ombre fantasticate dal Narratore nella sua solitudine che realtà. La musica, spesso al limite dell'udibile, suggerisce correnti d'aria in grandi stanze vuote, nuvole di polvere striscianti sui pavimenti. Tali immagini venivano assecondate dalla scelta di una scenografia non invasiva ma suggestiva, fatta di pannelli di carta mobili, che a seconda della loro disposizione, del modo di illuminarli o delle immagini proiettate su di essi, creano successioni di stanze, colonnati esterni, siepi del giardino, pareti e finestre. Grande importanza è stata data ai movimenti dei mimi che raffiguravano la memoria della casa e il silenzio che circonda i suoi abitanti. La scelta drammaturgica di dare visibilità alla parte non verbale che conferisce al racconto di James il suo fascino, ha consentito di dare a molti studenti la possibilità di partecipare in prima persona in qualità di attori e di mimi, oltre al loro coinvolgimento nell'ideazione dei movimenti scenici e degli effetti luce.

ASPERN, Opera contemporanea di Salvatore Sciarrino in forma Singspiel, Stagione lirica 2012-2013 Teatro La Fenice e Biennale Musica 2013, regia Monique Arnaud

ARNAUD, MONIQUE FRANCOISE MARIE
2013-01-01

Abstract

La regia di Aspern fa parte del programma di collaborazioni tra il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro dell'università IUAV e il Teatro La Fenice. Il soggetto dell'opera che prende spunto da un racconto di Henry James ambientato a Venezia, si proponeva di evidenziare il ruolo del luogo principale della vicenda, un palazzo fatiscente e in gran parte disabitato, e l'ambiguità e la segretezza che caratterizza i rapporti tra i personaggi a volte più ombre fantasticate dal Narratore nella sua solitudine che realtà. La musica, spesso al limite dell'udibile, suggerisce correnti d'aria in grandi stanze vuote, nuvole di polvere striscianti sui pavimenti. Tali immagini venivano assecondate dalla scelta di una scenografia non invasiva ma suggestiva, fatta di pannelli di carta mobili, che a seconda della loro disposizione, del modo di illuminarli o delle immagini proiettate su di essi, creano successioni di stanze, colonnati esterni, siepi del giardino, pareti e finestre. Grande importanza è stata data ai movimenti dei mimi che raffiguravano la memoria della casa e il silenzio che circonda i suoi abitanti. La scelta drammaturgica di dare visibilità alla parte non verbale che conferisce al racconto di James il suo fascino, ha consentito di dare a molti studenti la possibilità di partecipare in prima persona in qualità di attori e di mimi, oltre al loro coinvolgimento nell'ideazione dei movimenti scenici e degli effetti luce.
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