Second Chance è un programma europeo per la rivitalizzazione di siti industriali, tra i quali la Tesa 113 dell'Arsenale di Venezia. Gli spazi della Tesa 113 sono stati attrezzati in modo da poter accogliere visiting artists, curatori durante la Biennale, e ricercatori dell'Università IUAV, favorendo anche un pluripartenariato per la realizzazione di eventi culturali e artistici. La regia di Music Circus di John Cage, evento conclusivo del programma Second Chance, rispondeva a tale orientamento. La direzione musicale era affidata a Giovanni Mancuso, docente del Conservatorio Benedetto Marcello. I performers erano studenti delle lauree triennali e magistrali in Teatro e arti visive dello IUAV. Lo spazio enorme e vuoto della Tesa 113 doveva essere reso vivo dagli interventi musicali tra i quali brani di John Cage e di giovani compositori contemporanei da una parte e dagli interventi performativi dall'altra, in modo da dare rilievo alla musica e animare l'intero spazio della tesa. La performance si ispirava agli insetti sociali, le formiche, ultimi abitanti e « lavoratori » che si muovono negli edifici industriali disabitati, basandosi su due presupposti di segno opposto per quanto riguarda l'aspetto fisico performativo; da una parte una preparazione attenta ai particolari della gestualità e al coordinamento tra singoli performer all'interno di un dato gruppo, dall'altra massimo ascolto e ricettività dell'evento musicale, per essere in grado di improvvisare, fermarsi, creare pause, sospensioni, ripiegamento della « colonia » in modo coerente, leggibile e corale, su brani musicali insoliti posti in successione aleatoria. La coreografia proponeva diverse letture sia della materia musicale che della materia « storica » dello spazio, alternando momenti di occupazione dello spazio a momenti di svuotamento dello stesso, sequenze di figure rigide e geometriche a sequenze di movimenti di segno opposto, fluidi e rotondi, punti spazio-musicali di aggregazione dei performers in un unico « corpo sociale » in opposizione ad altri di espansione e dispersione nell'intero spazio. Il carattere astratto, ma evocativo sia della coreografia che degli oggetti adoperati consentiva una pluralità di letture in sintonia con l'intento delle regole del gioco poste da John Cage per il Music Circus.

SECOND CHANCE, evento di chiusura: MUSIC CIRCUSs di John Cage, regia Monique Arnaud, settembre 2013, Tesa 113, Arsenale di Venezia

ARNAUD, MONIQUE FRANCOISE MARIE
2013-01-01

Abstract

Second Chance è un programma europeo per la rivitalizzazione di siti industriali, tra i quali la Tesa 113 dell'Arsenale di Venezia. Gli spazi della Tesa 113 sono stati attrezzati in modo da poter accogliere visiting artists, curatori durante la Biennale, e ricercatori dell'Università IUAV, favorendo anche un pluripartenariato per la realizzazione di eventi culturali e artistici. La regia di Music Circus di John Cage, evento conclusivo del programma Second Chance, rispondeva a tale orientamento. La direzione musicale era affidata a Giovanni Mancuso, docente del Conservatorio Benedetto Marcello. I performers erano studenti delle lauree triennali e magistrali in Teatro e arti visive dello IUAV. Lo spazio enorme e vuoto della Tesa 113 doveva essere reso vivo dagli interventi musicali tra i quali brani di John Cage e di giovani compositori contemporanei da una parte e dagli interventi performativi dall'altra, in modo da dare rilievo alla musica e animare l'intero spazio della tesa. La performance si ispirava agli insetti sociali, le formiche, ultimi abitanti e « lavoratori » che si muovono negli edifici industriali disabitati, basandosi su due presupposti di segno opposto per quanto riguarda l'aspetto fisico performativo; da una parte una preparazione attenta ai particolari della gestualità e al coordinamento tra singoli performer all'interno di un dato gruppo, dall'altra massimo ascolto e ricettività dell'evento musicale, per essere in grado di improvvisare, fermarsi, creare pause, sospensioni, ripiegamento della « colonia » in modo coerente, leggibile e corale, su brani musicali insoliti posti in successione aleatoria. La coreografia proponeva diverse letture sia della materia musicale che della materia « storica » dello spazio, alternando momenti di occupazione dello spazio a momenti di svuotamento dello stesso, sequenze di figure rigide e geometriche a sequenze di movimenti di segno opposto, fluidi e rotondi, punti spazio-musicali di aggregazione dei performers in un unico « corpo sociale » in opposizione ad altri di espansione e dispersione nell'intero spazio. Il carattere astratto, ma evocativo sia della coreografia che degli oggetti adoperati consentiva una pluralità di letture in sintonia con l'intento delle regole del gioco poste da John Cage per il Music Circus.
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