“Nel problema asismico si fondono per eccellenza la teoria e la pratica: chi fosse schiavo della prima urterebbe contro complicazioni inaudite e cadrebbe in un campo di impossibilità economica; chi badasse soltanto alla seconda finirebbe in un pericoloso empirismo”. La frase tratta da una sintesi dell'ingegnere torinese Arturo Danusso di commento alle prime ipotesi per la Ricostruzione, ben descrive il momento del pensiero tecnico scientifico e i riflessi operativi che hanno caratterizzato il dopo terremoto del 28 dicembre "908. Una coincidenza di momenti che accomuna l'effettiva situazione di trasformazione del mondo delle costruzioni, che sta transitando da una definizione eminentemente pratica ed empirica del progettare e costruire verso una sistematizzazione degli apparati teorici, all'evento tragico che imprime un'accelerazione ai tempi per dare risposte urgenti ed esaustive a problematiche che hanno anche profonde implicazioni sociali. È un mondo quello delle costruzioni che sta definendo o perfezionando importanti aspetti concettuali nella teoria del cemento armato che, sfruttando la sempre migliore capacità di controllo dei materiali da costruzione, concepisce riflessioni su aspetti significativi come l'aderenza tra ferro e calcestruzzo e la teoria del taglio, e nello specifico si interroga sulla possibilità di quantificare l'azione del sisma in modo direttamente legato all'accelerazione del terreno e non mediante esclusivamente l'amplificazione di carichi statici secondo percentuali stabilite. Aspetti che proietteranno nel futuro l'uso diffuso del materiale anche in una sua autonomia formale sempre più marcata, producendo una modificazione di brevetti esistenti che non si limitano ad aggiornare la disposizione e la tipologia delle armature, ma genereranno tipi strutturali e architettonici nella progettazione di case asismiche.

Brevetti per edifici asismici: tra teoria e pratica

FACCIO, PAOLO;G. BRUSCHI;
2008-01-01

Abstract

“Nel problema asismico si fondono per eccellenza la teoria e la pratica: chi fosse schiavo della prima urterebbe contro complicazioni inaudite e cadrebbe in un campo di impossibilità economica; chi badasse soltanto alla seconda finirebbe in un pericoloso empirismo”. La frase tratta da una sintesi dell'ingegnere torinese Arturo Danusso di commento alle prime ipotesi per la Ricostruzione, ben descrive il momento del pensiero tecnico scientifico e i riflessi operativi che hanno caratterizzato il dopo terremoto del 28 dicembre "908. Una coincidenza di momenti che accomuna l'effettiva situazione di trasformazione del mondo delle costruzioni, che sta transitando da una definizione eminentemente pratica ed empirica del progettare e costruire verso una sistematizzazione degli apparati teorici, all'evento tragico che imprime un'accelerazione ai tempi per dare risposte urgenti ed esaustive a problematiche che hanno anche profonde implicazioni sociali. È un mondo quello delle costruzioni che sta definendo o perfezionando importanti aspetti concettuali nella teoria del cemento armato che, sfruttando la sempre migliore capacità di controllo dei materiali da costruzione, concepisce riflessioni su aspetti significativi come l'aderenza tra ferro e calcestruzzo e la teoria del taglio, e nello specifico si interroga sulla possibilità di quantificare l'azione del sisma in modo direttamente legato all'accelerazione del terreno e non mediante esclusivamente l'amplificazione di carichi statici secondo percentuali stabilite. Aspetti che proietteranno nel futuro l'uso diffuso del materiale anche in una sua autonomia formale sempre più marcata, producendo una modificazione di brevetti esistenti che non si limitano ad aggiornare la disposizione e la tipologia delle armature, ma genereranno tipi strutturali e architettonici nella progettazione di case asismiche.
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